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Raiffeisen Capital Management punta a rafforzarsi in Italia

10/2/2014 | Massimo Morici

La SGR austriaca, che gestisce masse per circa 2 miliardi di euro nel nostro paese, ha siglato un accordo commerciale con Banca Mps e con altre due importanti realtà del mondo dei consulenti (ex-promotori)


Raiffeisen Capital Management punta sul mercato italiano per ampliare il proprio business potenziando, in particolare, l’offerta di prodotti obbligazionari e multi - asset. “L’Italia, che rappresenta il secondo mercato dopo l’Austria, ha un forte potenziale di crescita e rappresenta un’ottima chance per il futuro” dice ad AdvisorOnline.it Donato Giannico (nella foto), country head di Raiffeisen International Fund Advisory per l’Italia, in occasione della tappa milanese del roadshow autunnale, durante la quale sono stati approfonditi i vantaggi e le criticità della strategia risk parity in ambito obbligazionario e bilanciato.
 
L’asset manager del mondo del credito cooperativo austriaco conta circa 2 miliardi di asset under management in Italia, l’85% retail e fund buyer (GPF, unit linked, fondi dei fondi) e il restante 15% institutional (fondi pensione, fondazioni, casse di categoria), e vanta un'offerta che si compone di 40 fondi comuni, di cui 17 azionari, 5 bilanciati, 3 absolute return, 13 obbligazionari e 2 monetari. I prodotti sono distribuiti attraverso accordi con oltre 150 controparti, di cui 108 appartenenti alla galassia delle Bcc. "La nostra strategia commerciale - prosegue Giannico - prevede il rafforzamento della distribuzione, in particolare verso la clientela retail, tramite l'avvio di nuovi accordi commerciali con le reti di pf e le principali realtà del private banking". Tra gli ultimi avviati, il manager ricorda quello con Banca Mps (rete pf e private banking) e con altre due tra le prime dieci realtà del settore, la cui disclosure però sarà data nelle prossime settimane. 
 
"La nostra offerta - sottolinea Giannico - si contraddistingue per uno stile di gestione attivo e un consolidato know - how nella gestione del reddito fisso e negli investimenti azionari nei mercati emergenti euroasiatici. La nostra filosofia, in particolare, è quella di privilegiare redditi stabili e un rendimento consistente sul lungo periodo. Del resto i nostri prodotti sono pensati per l’investitore austriaco che è molto conservativo, forse più dell’investitore italiano”. 
 
Parlando dell’imminente sbarco dei fondi comuni in Borsa (previsto per fine novembre), secondo Giannico questa operazione “rivoluzionerà il mercato del gestito, slegando le case prodotto dalla logica degli accordi commerciali con le banche e le reti distributive, e consentirà alle SGR di interagire direttamente con il singolo financial advisor, per il quale in futuro varrà più la logica della fee, a seguito dell’implementazione della MiFID 2, venendo meno quella delle retrocessioni, permettendo così all’investitore finale di comprare i fondi all’ingrosso allo stesso prezzo pagato dagli istituzionali”. Tuttavia, conclude Giannico, “credo che il nuovo sistema non andrà a regime prima di 10 anni", un tempo necessario affinché tutte le reti sviluppino la propria offerta di servizi di consulenza avanzata e adeguino il proprio sistema di compensi alle recenti normative europee.

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