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Schroders, gli investitori puntano sull'azionario

2/26/2014 | Marcella Persola

Il consueto report condotto dall'asset manager a livello mondiale, evidenzia come la fiducia nel mercato equity è predominante nel 2014


Pollice in su per l'azionario. Gli investitori sono convinti che questo comparto potrà essere una delle principali fonti di guadagno per l'anno 2014. Almeno così, secondo l'indagine condotta da Schroders, per il consueto Schroders Global Investment Trends Report condotto su 15.749 investitori in 23 paesi.

Dall'indagine l'82% degli intervistati pensa di aumentare o lasciare invariata la quota destinata a investimenti e risparmi nel 2014, con il 70% intenzionato a investire in azioni. Questi dati riflettono un outlook economico di lungo periodo positivo, nonostante la recente volatilità dei mercati. Per quanto riguarda invece le altre asset class, l'indagine evidenzia che il 18% punterà sul reddito fisso, e l'8% sulla liquidità.

E su quali aree sarà meglio investire? I partecipanti all'indagine sottolineano una maggiore fiducia nei paesi sviluppati con il 31% punta sull'America settentrionale, rispetto al 18% della scorsa edizione; il 27% punta sull'Europa occidentale rispetto al 10% del 2013 e il 39% sull'Asia Pacifico.

Massimo Tosato (nella foto), executive vice chairman di Schroders, ha così commentato: “Dalla ricerca emergono segnali incoraggianti di rinnovata fiducia nell’azionario, alimentata in parte dal miglioramento dei dati economici e di mercato nei Paesi sviluppati. Nel quarto trimestre 2013 l’economia degli Stati Uniti è cresciuta di circa il 3%, nonostante lo shutdown del Governo Federale in ottobre. In Europa, la Germania e il Regno Unito hanno registrato buone performance e il Giappone ha messo a segno risultati migliori di qualsiasi altro Paese dopo le politiche dell’Abenomics, ridando speranza agli investitori in tutto il mondo”.


“Nel 2014 questo trend di maggiore propensione verso l’azionario deve tuttavia affrontare alcune sfide” ha proseguito Tosato aggiungendo che “nonostante notizie positive in alcuni Paesi, la crescita del PIL globale resta inferiore alle attese, se comparata ai tassi di ripresa all’indomani delle precedenti recessioni. Tale crescita non sarà uniforme in tutti i settori, economie e regioni. Questo per la significativa debolezza che permane in alcuni Paesi dell’Eurozona, così come nei mercati emergenti, dove l’uscita dal quantitative easing sta fortemente pesando sui listini azionari. Siamo ancora in una fase di transizione per l’economia globale e per gli investitori continua a essere fondamentale affidarsi a un approccio attivo”.

Ma rispetto all'indagine globale come si posizionano gli italiani?
Il 47% degli intervistati italiani è più ottimista sulle opportunità d’investimento per il  2014 rispetto allo scorso anno a fronte del 54% in Europa e del 56% del campione globale. Circa la propensione per le diverse asset class, analogamente al campione globale, la maggioranza degli italiani intervistati (67%) pensa di investire nel comparto azionario, ritenendo quest’ultimo il mercato in grado di offrire le migliori opportunità di crescita per il 2014.

È interessante notare che, mentre a livello globale la percentuale che intende puntare sui propri listini nazionali è del 41%, solo il 21% del campione italiano dichiara questa propensione. Ciò malgrado, nella “classifica” delle preferenze indicate dagli italiani per l’investimento azionario, la Borsa locale figura al primo posto, seguita dai listini di Paesi Emergenti (13% del campione) e BRIC (13%).

Guardando alle altre asset class, e mettendo a confronto le risposte degli italiani con quelle del campione internazionale, emerge dalla ricerca di Schroders che in Italia il 34% degli intervistati punterà sul reddito fisso, rispetto al 18% del dato globale. Sebbene l’Asia Pacifico abbia il primato come regione dalla quale ci si aspetta il maggior potenziale di rendimento nel 2014 (secondo il 30% del campione italiano e il 39% di quello globale), gli investitori appaiono fiduciosi nei confronti delle economie sviluppate. Il 29% degli intervistati in Italia (a fronte di una media globale del 27%) ritiene l’Europa occidentale l’area più promettente e il 20% punta sull’America settentrionale ovvero Stati Uniti e Canada (a fronte di una media globale del 31%).

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