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Presidenziali USA, è il giorno del voto

11/5/2024 | Max Malandra e Paola Sacerdote

Il duello tra Kamala Harris e Donald Trump ha monopolizzato l’attenzione, ma si vota anche per i 435 membri della Camera e 34 del Senato. A causa dei fusi orari i seggi chiuderanno alle 5 di mercoledì 6 novembre (ora italiana).


Dopo mesi di dibattiti, confronti, incontri, scontri di opposti schieramenti, oggi finalmente si vota. La sfida vede Kamala Harris, 60 anni, attuale vicepresidente e candidata Democratica, contro il Repubblicano Donald Trump (78 anni). Si vota, come stabilito dal Congresso nel 1845, “il martedì successivo al primo lunedì di novembre”, ma in realtà molti statunitensi – si stima almeno 77 milioni – hanno già votato, per posta o nei segg,i sfruttando la possibilità del cosiddetto early voting. 

A causa dei vari fusi orari le urne degli stati della costa occidentale chiuderanno intorno alle 5 (ora italiana) di mercoledì 6 e da quel momento inizierà lo spoglio delle schede. Il 6 gennaio, poi, il Congresso proclamerà ufficialmente il nuovo presidente, che entrerà in carica il 20 gennaio dopo il giuramento.

Non è detto peraltro che si saprà già il giorno 6 novembre chi avrà vinto, vista la sostanziale parità secondo i sondaggi nei cosiddetti swing states. Quattro anni fa, ad esempio, la vittoria di Biden venne sancita solo il sabato mattina.

Il voto per l’elezione del 47esimo Presidente degli Stati Uniti ha un po’ oscurato, almeno per un lettore europeo, quelle che sono le altre sfide elettorali, che mettono in palio molti altri posti politici. Si vota infatti per rinnovare l’intera Camera dei deputati (435 membri) e un terzo del Senato (34 seggi su 100), oltre a 11 governatori dei vari stati. 

Le elezioni determineranno quindi la guida del potere esecutivo - una continuazione dell’amministrazione Dem con Kamala Harris o una nuova amministrazione repubblicana con Donald Trump – ma anche quella del potere legislativo. Attualmente la Camera è in mano ai Rep (220 seggi contro 212), mentre il Senato è in mano ai Dem (51-49). 

Insomma, il doppio appuntamento dà così luogo a quattro scenari possibili. Ovvero: Trump presidente e Congresso diviso; Trump presidente e Repubblicani che controllano anche il Congresso; Harris presidente e Congresso diviso; Harris presidente e Democratici che controllano anche il Congresso.

Chi non dovrebbe preoccuparsi particolarmente dell’esito del voto è l’investitore in azioni USA. La storia, infatti, insegna che le elezioni non hanno mai inciso in maniera significativa sui rendimenti degli investimenti a lungo termine. Dai tempi di Roosevelt, si sono succeduti alla presidenza otto democratici e sette repubblicani, ma 1.000 dollari investiti allora nell’S&P500 a fine 2023 sarebbero diventati 22 milioni. 

Due casi sono esemplificativi. Quando Donald Trump sconfisse Hillary Clinton nel 2016 il mercato azionario tentennò per un giorno, poi ci furono quattro anni di rendimenti alle stelle. E quando, qualche anno prima, Barack Obama divenne presidente nel 2009, all'apice della crisi finanziaria, l’equity scese ancora per sei settimane, dopodiché ci fu una delle più vigorose fasi di rialzo dei mercati nella storia degli Stati Uniti.

 

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