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Natixis IM: i mercati sono troppo ottimisti

7/31/2024 | Marcella Persola

Il 67% degli strategist intervenuto nella survey del gruppo ritiene che ci sono ancora diversi fattori di incertezza all'orizzonte, tra cui le elezioni USA


I mercati sono troppo ottimisti. È questo uno degli spunti che emerge dalla nuova survey di Natixis Investment Managers che evidenzia come il 67% dei 30 strategist del gruppo Natixis e delle sue affiliate ritiene che i mercati siano troppo ottimisti in vista di un secondo semestre incerto, con l’attenzione rivolta alle elezioni presidenziali Usa.

Sebbene il 73% degli strategist ritenga che il rischio di recessione globale sia nullo (10%) o basso (63%), l'incertezza rimane. Il 74% in particolare considera le elezioni presidenziali USA come un rischio medio (37%) o alto (37%) per il secondo semestre, poiché tale tema per il 77% è molto importante per i mercati. 

Oltre alle elezioni USA anche l'inflazione, che per la prima volta da decenni è tornata ad essere un problema, è tra i principali timori degli strategist. Sebbene l'inflazione abbia continuato a diminuire nel primo semestre, gli strategist la considerano ancora un rischio potenziale per gli investitori: solo il 7% ritiene che la Federal Reserve raggiungerà il proprio obiettivo entro la fine dell'anno e il 40% teme che una sorpresa sull'inflazione possa arrestare il rally del mercato. Il 77% teme che i tassi rimangano più alti a lungo. Il 70% si aspetta due tagli dei tassi da parte della Banca Centrale Europea (Bce) nella seconda metà dell'anno, il 67% si aspetta due tagli da parte della Banca d'Inghilterra (BoE) mentre solo il 37% si aspetta lo stesso negli Stati Uniti.

Tra gli altri timori anche quello geopolitico resta focale, con l'80% degli intervistati preoccupato del fatto che la geopolitica sarà un ostacolo da affrontare nel secondo semestre, con la guerra in Ucraina, il conflitto tra Gaza e Israele e le relazioni tra Stati Uniti e Cina.  

Anche il debito pubblico pesa sulla mente degli strategist. Il 70% afferma che i disavanzi pubblici sono importanti per la valutazione dei mercati. Il 53% ritiene che i livelli di debito, pur essendo attualmente sostenibili, rappresentino una minaccia a lungo termine per l'economia, mentre il 37% ritiene che i livelli di debito siano già insostenibili.

E in tale contesto di elevata incertezza cosa devono fare quindi gli investitori? 

Per due terzi (67%) degli intervistati il mercato azionario USA offrirà agli investitori il miglior potenziale di ritorno nel secondo semestre, mentre solo il 10% vede una crescita maggiore nel Regno Unito e solo il 3% in Europa. Due terzi (67%) ritengono che i titoli growth supereranno i value e  il 73% pensa che le large cap supereranno le small cap.

Pur ritenendo che i ritorni saranno meno concentrati, il 60% pensa che il settore dell’IT sarà il più performante negli Stati Uniti nel secondo semestre. Solo il 10% ritiene che il settore tecnologico offrirà i migliori ritorni in Europa. Si prevede una buona performance anche del settore finanziario (20%), seguito da quello sanitario (17%).

Volgendo lo sguardo al reddito fisso, l'aumento dei tassi ha dato una spinta alle obbligazioni. Guardando al mercato statunitense, gli strategist sono divisi su dove sia il migliore potenziale di ritorno, ma tutte le loro scelte indicano una preferenza per il credito di qualità: lo stesso numero (23%) pensa che i titoli di Stato core short, i titoli di Stato core long e le società investment grade possano offrire i migliori rendimenti nel secondo semestre. In Europa, il 27% ritiene che le società investment grade dei mercati sviluppati abbiano il miglior potenziale di rendimento.

Infine solo il 13% pensa che le obbligazioni high yield o il debito dei mercati emergenti in valuta forte offriranno i migliori ritorni.

Inoltre data la complessità del quadro per la seconda metà dell'anno, si prevede che gli investimenti alternativi svolgeranno un ruolo di diversificazione nei portafogli. Sei strategist intervistati su dieci (60%) ritengono che un portafoglio composto per il 60% da azioni, per il 20% da reddito fisso e per il 20% da alternativi otterrà migliori ritorni di un tradizionale portafoglio 60/40 nel secondo semestre.  

Un numero leggermente inferiore di strategist vede nel debito privato (13% negli Stati Uniti, 13% in Europa) e nel private equity (17% negli Stati Uniti, 10% in Europa) un potenziale di ritorno per gli investitori nel secondo semestre.

Mabrouk Chetouane, head of global market strategy di Natixis IM, commenta: “Abbiamo assistito a un forte inizio d'anno con solide performance dei mercati azionari, un'inflazione in calo e una ripresa del mercato obbligazionario. La crescita dei tecnologici ha continuato a sostenere i mercati azionari statunitensi, con l'S&P e il Nasdaq che hanno registrato ritorni rispettivamente del 15,3% e del 18,6%, e gli strategist non hanno dubbi sul fatto che i mercati statunitensi continueranno a fare da traino nella seconda metà dell'anno. Gli investitori dovrebbero però essere cautamente ottimisti, poiché nella seconda metà dell'anno continueranno a dover affrontare una serie di fattori contrari, tra cui politica, tensioni geopolitiche, tassi potenzialmente più alti per un periodo più lungo, rallentamento della spesa per i consumi ed elevati livelli di debito pubblico”. 

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