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Benvenuti nell'economia di Benjamin Button

10/14/2024 | Redazione ADVISOR


Nel film del 2008 “Il curioso caso di Benjamin Button” il protagonista, interpretato da Brad Pitt, invecchia al contrario, nascendo vecchio e diventando, con il tempo, bambino. Secondo Jared Franz economista di Capital Group l’economia statunitense sta facendo qualcosa di simile.

“Invece del tipico ciclo economico a quattro fasi – inizio, metà, fine e recessione – a cui abbiamo assistito dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, apparentemente l’economia sta tornando da caratteristiche di fine ciclo (politica monetaria restrittiva e aumento delle pressioni sui costi) a caratteristiche di metà ciclo, con utili societari tendenti al picco, aumento della domanda di credito e politica monetaria generalmente neutrale” scrive Franz che sottolinea come il passo successivo sarebbe dovuto essere la recessione ma, siamo riusciti a evitare quella dolorosa fase del ciclo economico e siamo sostanzialmente tornati indietro a una situazione di maggiore solidità.

 

Come è successo? Come nel film, è un po’ un mistero; tuttavia secondo l’esperto della casa di gestione USA l’economia di Benjamin Button è soprattutto il risultato di distorsioni post-pandemia nel mercato del lavoro statunitense, che indicavano condizioni di fine ciclo. Tuttavia, altri indicatori economici più generali che oggi potrebbero essere più attendibili, evidenziano una fase di metà ciclo.

“Se l’economia USA è a metà ciclo, come credo, potremmo essere sulla strada verso un periodo di espansione pluriennale che potrebbe non causare una recessione fino al 2028. In passato, questo tipo di scenario economico ha generato rendimenti azionari nell’ordine del 14% all’anno e ha creato condizioni complessivamente favorevoli per le obbligazioni”.

“La mia view macroeconomica determina la mia view sul mercato azionario. Come ho detto, un’economia a metà ciclo tendenzialmente genera rendimenti azionari del 14% circa su base annualizzata. Normalmente in passato le azioni a bassa capitalizzazione hanno sovraperformato quelle ad alta capitalizzazione, mentre il segmento value ha sovraperformato il segmento growth e i settori immobiliare e dei materiali hanno conseguito i rendimenti più elevati. Tali dati si basano su una valutazione dei rendimenti di mercato effettuata da Capital Group da dicembre 1973 ad agosto 2024.

Come sempre, è importante sottolineare che i risultati passati non sono indicativi di risultati futuri. Tuttavia, se l’economia statunitense dovesse continuare a crescere a un ritmo sostenuto – 2,5-3,0% secondo la mia stima – le quotazioni azionarie dovrebbero trarne beneficio. Nell’arco di lunghi periodi di tempo, quando l’economia statunitense è cresciuta oltre il suo potenziale tasso del 2,0%, questo tipo di scenario generalmente ha sostenuto rendimenti azionari superiori alla media” prosegue Franz.

Inoltre, le economie di metà ciclo normalmente hanno creato un contesto favorevole per i mercati obbligazionari. Nello stesso periodo precedentemente indicato, i titoli di Stato americani a lungo termine hanno generato un rendimento del 4,7% su base annualizzata, mentre le obbligazioni corporate a lungo termine hanno generato un rendimento del 5,0%.

“A mio avviso, se la Fed dovesse continuare a tagliare i tassi di interesse, nei prossimi anni lo scenario potrebbe essere ancora più favorevole per le obbligazioni. A fronte della mia previsione economica positiva, non penso che la Fed ridurrà i tassi tanto quanto previsto dal mercato. L’inflazione non è stata ancora sconfitta e rimane leggermente al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla Fed; di conseguenza, dopo il recente taglio di 50 punti base, credo che i banchieri centrali saranno prudenti sui futuri interventi di riduzione” spiega l’esperto di Capital Group.

E le elezioni che implicazioni possono avere? “Come economista, credo che lo stallo politico non sia del tutto negativo e negli ultimi decenni ha rappresentato la regola. Penso che probabilmente avremo di nuovo un governo diviso nel 2025, in cui nessuno dei due partiti avrà il pieno controllo della Casa Bianca, del Senato e della Camera dei Rappresentanti. Ciò dovrebbe limitare il potenziale di forti oscillazioni politiche e riportare l’attenzione sui fondamentali: economia, consumi e utili societari” conclude Franz.

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