Tempo di lettura: 4min

Eliminare le incongruenze per frenare la volatilità

10/27/2011 | Redazione Advisor

Un segnale certo che ci troviamo in una fase turbolenta è rappresentato dalle incongruenze che caratterizzano i mercati finanziari globali. Il mese di settembre è stato nuovamente molto volatile, le prospettive...


Un segnale certo che ci troviamo in una fase turbolenta è rappresentato dalle incongruenze che caratterizzano i mercati finanziari globali. Il mese di settembre è stato nuovamente molto volatile, le prospettive dell’economia globale e del sistema finanziario restano infatti molto incerte.

 

Riportiamo di seguito l'intervento di Marcus Svedberg (nella foto), capo economista di East Capital, che ha individuato alcune incongruenze interessanti.

 

1 Le autorità politiche sono in ritardo

Le sensazioni, e il vivido ricordo della recessione del 2009, contrastano con l’analisi dei dati. Il sentiment è esacerbato inoltre dal fatto che le previsioni più recenti tendono ad essere più ribassiste e quasi tutte le stime esprimono qualche riserva per il possibile rischio di forti perdite. Inoltre, c’è una netta distinzione tra ciò che gli operatori del mercato si aspettano e ciò che le autorità politiche sono pronte ad offrire. Questo vale in particolare per l’Area Euro e in termini di tempistiche. Il mercato chiede ai politici dell’Area Euro di acquistare obbligazioni periferiche, immettere liquidità e ricapitalizzare le banche, nonché di passare a un’effettiva unione fiscale. Le autorità politiche probabilmente agiranno in questa direzione, ma non così rapidamente come si aspetta il mercato, generando frustrazione da entrambe le parti. Il mercato è convinto che le autorità politiche siano in ritardo e non comprendano la gravità della situazione, mentre i politici accusano gli investitori di essere avidi speculatori. L’incongruenza è ancora più evidente nel dibattito sull’EFSF, il fondo di aiuti europeo, che è in fase di revisione attraverso un processo di ratificazione molto lungo. Il mercato sta già scontando la prossima fase dell’EFSF, con il ricorso alla leva finanziaria, ma il processo di ratificazione non si è ancora concluso e c’è una forte opposizione politica all’utilizzo della leva finanziaria per potenziare il fondo.

 

2 Valutazioni molto basse

C’è una differenza importante anche tra l’andamento dei mercati finanziari e quello delle società quotate in Borsa. In altri termini, i mercati sono scesi molto, mentre le imprese pubblicano risultati piuttosto positivi. La ragione è che i mercati in questo momento risentono delle prime due incongruenze che abbiamo citato, mentre pochi investitori si preoccupano dei fondamentali. Ne consegue che la maggior parte dei mercati finanziari scambia su valutazioni molto basse e le valutazioni di alcune imprese sono sui minimi storici. Alcuni mercati e alcune società sono persino al di sotto dei livelli registrati al culmine della crisi finanziaria globale nel 2008.

 

3 Crescita del 6% per i mercati emergenti

Una delle incongruenze più interessanti riguarda le economie sviluppate ed emergenti. Secondo le stime dell’FMI i paesi emergenti cresceranno del 6% il prossimo anno, mentre le economie sviluppate cresceranno in media dell’1,5%. Queste stime hanno riacceso la discussione sul decoupling ovvero l’idea che le economie emergenti possano crescere anche se i paesi sviluppati sono fermi. È una discussione difficile dato che la maggior parte degli economisti non crede in questo concetto ma riconosce che alcune economie emergenti, in particolare la Cina, saranno in grado di mantenere anche il prossimo anno una buona crescita economica. A mio giudizio, i mercati emergenti che dipendono meno dalle economie sviluppate (attraverso le esportazioni o i flussi di capitale) sono in grado più di altri di mantenere il grado di crescita, tuttavia nessuna grande economia può seguire un percorso completamente separato dalle altre. Inoltre, i paesi possono contrastare il rallentamento esterno stimolando l’economia locale. Per questo motivo la Cina ha ottenuto ottimi risultati nel 2008-09 e potrebbe proseguire su questa strada anche il prossimo anno, se necessario.

 

La volatilità prevedibilmente persisterà finché ci saranno queste incongruenze. L’Europa dell’est non fa eccezione a questo proposito, infatti è influenzata sia direttamente (scambi commerciali e flussi di capitale) sia indirettamente (sentiment) dalla situazione economica globale in generale e dell’Area Euro in particolare. Pertanto è necessario che le stime di crescita riflettano la realtà, che le aspettative degli operatori del mercato convergano con quelle delle autorità politiche e che gli investitori si concentrino maggiormente sui fondamentali e prendano una decisione sui mercati emergenti.  Non si tratta di un programma facile ma alla fine ci arriveremo, la domanda è quando e a quale costo?

 

 

 

 

 

 

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?