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11/16/2023 | Redazione Advisor
“Considerate le valutazioni interessanti e il contesto economico favorevole, vediamo i motivi per cui riteniamo che le obbligazioni dei Mercati Emergenti in valuta locale dovrebbero continuare a sovraperformare rispetto alle omologhe dei Mercati Sviluppati”. Questo è quanto si legge nel Bond Bulletin settimanale a cura del team global fixed income, currency and commodities group di J.P. Morgan Asset Management.
Per quanto riguarda i fondamentali, “l’inflazione sta seguendo un trend ribassista in tutti i Mercati Emergenti e, sebbene la crescita deceleri, la regione mostra una tenuta migliore rispetto ai Mercati Sviluppati. Ne consegue che la combinazione di disinflazione e rallentamento della crescita rende molto più probabile un taglio dei tassi da parte delle Banche Centrali dei Mercati Emergenti rispetto alle omologhe dei Mercati Sviluppati che, nonostante il rallentamento congiunturale, devono fare ancora i conti con una forte inflazione. Alcune Banche Centrali hanno già iniziato ad abbassare il costo del denaro: Brasile, Cile, Perù e Polonia si trovano nello stadio più avanzato del ciclo avendo iniziato a ridurre i tassi da livelli molto elevati. Messico, Sudafrica, Colombia e Repubblica Ceca non hanno ancora dato il via a manovre di allentamento monetario, ma avendo registrato un rallentamento della crescita dovrebbero presto seguire in scia”.
Lato valutazioni quantitative: “Malgrado il recente riprezzamento dei rendimenti dei Treasury statunitensi, quest’anno la redditività del debito emergente ha superato costantemente quella dei titoli decennali statunitensi. I tassi reali dei Mercati Emergenti si attestano su livelli elevati rispetto ai valori storici: al 9 novembre 2023 il rendimento sul JPMorgan Government Bond Index-Emerging Markets Index era del 6,62%. Inoltre, ci aspettiamo che la combinazione di prezzo, rendimento e tassi di cambio offra ritorni interessanti e che la stabilità delle valute consenta la realizzazione di carry. Siamo inoltre convinti che l’inflazione dei Mercati Emergenti si stabilizzerà a livelli più bassi e che la minore volatilità dei Treasury statunitensi contribuirà a ridurre il premio al rischio di inflazione, favorendo ulteriormente un rally dei tassi nominali. Alla luce dei differenziali dei tassi reali, dei cicli di allentamento avviati dalle Banche Centrali dei Mercati Emergenti e del miglioramento dei parametri creditizi, ci aspettiamo che questa sovraperformance rispetto ai tassi dei Mercati Sviluppati prosegua”.
Sul fronte fattori tecnici, “nel complesso, da inizio anno i flussi dei Mercati Emergenti sono stati negativi. Tuttavia, si prevede che nel breve termine il quadro tecnico torni a essere favorevole. Per effetto della stagionalità, a fi ne anno questa classe di attivi tende a registrare buone performance in quanto nel quarto trimestre si prevede un’offerta limitata. Inoltre, poiché ci si aspetta che a gennaio la domanda cresca, tendiamo a osservare afflussi di capitali anzitempo in quanto gli investitori cercano di giocare di anticipo. Infine, di recente, gli investitori focalizzati sui Mercati Emergenti, che per tutto l’anno avevano svolto un ruolo di supporto, hanno ridotto notevolmente il proprio posizionamento nelle obbligazioni in valuta locale temendo la volatilità dei mercati globali dei tassi. Riteniamo inoltre che l’aumento strutturale della platea di investitori locali giocherà a favore della classe di attivi in quanto si è ridotta la proprietà estera dei titoli di Stato in valuta locale”.
Cosa significa per gli investitori obbligazionari? “Siamo convinti che uno scenario in cui i Treasury statunitensi rimarranno fermi ai livelli attuali e le Banche Centrali emergenti inizieranno a ridurre i tassi porterà verosimilmente a un rally generalizzato del debito emergente in valuta locale. Investiamo in particolare nei titoli di Brasile, Colombia e Repubblica Ceca contando sull’orientamento futuro delle rispettive Banche Centrali, mentre preferiamo il debito del Sudafrica e del Messico per motivi di natura maggiormente strutturale”.
“Sebbene sia possibile raggiungere una certa stabilità nel breve termine, siamo consapevoli delle sfide poste dalla volatilità dei Mercati Sviluppati (recessione degli Stati Uniti, sorprese sul fronte dell’inflazione, escalation del conflitto russo-ucraino) e dal clima di fiducia nei confronti della Cina”, conclude il team global fixed income, currency and commodities group di J.P. Morgan AM.
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