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Outlook Cina, tra pessimisti e ottimisti

10/3/2023

Con l'accelerazione degli stimoli in diversi settori l’economia cinese si riprenderà? O è necessario mantenere una view prudente? Tra i gestori non c'è unanimità di vedute ...


Che il mercato cinese abbia riservato sorprese negative nel 2023 è un dato di fatto. Con l’accelerazione degli stimoli governativi in diversi settori è lecito chiedersi se si può tornare a essere ottimisti, ma su questo tra i gestori non c’è unanimità di vedute.

 

“Per la maggior parte del 2023, il sentiment nei confronti del mercato azionario cinese è stato debole” osserva Ning Meng, portfolio manager del fondo China A Share Equity di Neuberger Berman. “Riteniamo che ciò sia dovuto a quattro elementi: 1) a una ripresa economica più debole del previsto, 2) alla delusione per la mancanza di politiche di stimolo su larga scala, 3) alle tensioni geopolitiche e 4) alle preoccupazioni per il mercato immobiliare, oltre che a questioni strutturali di più lungo termine. A nostro avviso, quest'ultimo aspetto richiederà un po' di tempo per essere compreso meglio. Per quanto riguarda il breve termine, sebbene sia ragionevole preoccuparsi in un'economia che langue, riteniamo che gli investitori possano aver reagito in modo eccessivo ai recenti dati negativi, generando un sentiment pessimistico che ha influito negativamente sul mercato azionario”.

 

Meng fa notare che negli ultimi mesi il governo cinese ha accelerato il ritmo degli stimoli. Nel settore immobiliare, sono stati abbassati i coefficienti di acconto dei mutui sia per l'acquisto della prima sia della seconda casa. La Cina, inoltre, ha allentato le linee guida per le compagnie assicurative che investono in azioni nazionali, ha dimezzato l'imposta di bollo sulle transazioni azionarie e ha incoraggiato il pagamento dei dividendi per stimolare il mercato azionario. “Sulla scia di queste misure, si cominciano a vedere alcuni segnali positivi” evidenzia il gestore. “Ad esempio, l'attività industriale cinese è tornata ad espandersi in agosto, come mostra il Caixin/S&P Global Manufacturing PMI. Oltre alle strategie economiche, la Cina e gli Stati Uniti hanno istituito gruppi di lavoro economici e finanziari nel tentativo di stabilizzare i legami”.

 

Date tali premesse, Neuberger Berman ritiene che la motivazione per persistere in una visione ribassista a breve termine sulla Cina abbia perso la propria validità “dopo l'attuazione di una serie di misure che hanno affrontato le principali aree di preoccupazione, considerando che la delusione politica è stata presumibilmente il principale catalizzatore della flessione del mercato fino a quest'anno. Riteniamo che siano in arrivo altre mosse politiche per sostenere ulteriormente l'economia, tra cui la possibilità per i governi locali di emettere obbligazioni speciali di rifinanziamento, sussidi per stimolare i consumi, possibili ulteriori tagli ai tassi d'interesse e maggiori politiche di sostegno alle imprese private, come tagli alle tasse e alle imposte”.

 

“La politica in genere precede le risposte del mercato – sottolinea Meng – e tali risposte possono anche guidare il rilancio dei fondamentali economici. Non è scontato che il mercato tocchi immediatamente il fondo: la flessione spesso comporta un'inerzia intrinseca. Crediamo però che questa sia una fase interessante per riposizionare i portafogli azionari globali, soprattutto se si considera che la valutazione del mercato cinese delle azioni A si aggira intorno ai minimi storici”.

 

Carlos Casanova, senior economist, Asia di UBP, ha una visione più pessimistica dei possibili effetti delle politiche di stimolo, e si aspetta che la crescita del terzo trimestre rimanga modesta, pari solo al 3,8% a/a, mantenendo una posizione prudente per il 2024, con una crescita prevista di appena il 4,5%. “Il sentiment del settore manifatturiero si è recentemente stabilizzato, ma restando a livelli bassi” osserva l’economista. “I servizi sono stati il principale motore della crescita nel primo semestre, ma questa spinta sta iniziando a svanire. I settori sensibili ai tassi restano deboli e il consolidamento pluriennale degli sviluppatori immobiliari ha portato a una stretta creditizia, con rischi crescenti di insolvenza nel settore”.

 

Secondo Casanova finora la risposta della politica economica è stata frammentaria. “Questi sforzi ci sembrano modesti e probabilmente non basteranno a invertire completamente le pressioni al ribasso sulla crescita e a rilanciare la domanda interna. Prevediamo che nei prossimi mesi dovranno essere adottate misure più significative a favore della crescita, il che implica un aumento del deficit di bilancio e un allentamento monetario più consistente”.

 

Tuttavia, secondo Casanova un pacchetto di stimoli "Big Bang" come quello del 2008 sembra meno probabile, mentre le misure recenti potrebbero avere un effetto ritardato, mantenendo i rischi al ribasso per la crescita del quarto trimestre. “Per essere efficaci, queste misure dovrebbero non solo sostenere la domanda del settore immobiliare, ma anche alimentare l'inflazione per sradicare le aspettative deflazionistiche. La Cina non è ancora in una trappola di liquidità, ma potrebbe finirci se le azioni politiche non saranno calibrate con attenzione in prospettiva” conclude l’economista.

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