Tempo di lettura: 2min

Nasdaq, meno peso alle Big Tech

7/25/2023

Il principale indice tecnologico USA ha modificato i pesi del suo indice perché i Big 7 sono diventati troppo grandi. Questo non è solo un male per gli investitori, ma anche per il libero mercato. L’analisi di DWS


I colossi del tech sono diventati troppo grandi, e la borsa americana corre ai ripari con un ribilanciamento nell'indice Nasdaq 100. In questo caso, è stato tagliato il peso dei sette titoli più grandi in modo che non rappresentino più un totale del 56% della capitalizzazione di mercato dell'indice, ma "solo" il 44%. In questo modo, come spiegano gli esperti di DWS, la borsa vuole eliminare almeno in parte lo squilibrio dal suo indice, causato dall'esplosione dei prezzi dei maggiori titoli tecnologici americani. L'indice è salito di ben il 39% nel primo semestre dell'anno, diventando il miglior semestre della sua storia.

 

"I Big 7 hanno contribuito per oltre 30 punti percentuali a questo aumento del 37%” evidenziano da DWS. “Per gli investitori, questo crea problemi pratici. Anche chi acquista l'intero indice scopre che più della metà del suo investimento è concentrato in soli sette titoli”.

 

Questo fenomeno è ancora più fastidioso nel caso dell'indice S&P 500, che ha una diversificazione molto più ampia rispetto al Nasdaq 100. “Qui i Big 7 rappresentano il 30% della capitalizzazione di mercato dell'indice e quasi tutto il guadagno di quest'anno. Con l'indice S&P 500, l'investitore conta di acquistare un riflesso dell'economia statunitense. Ma non è così se la performance dipende in larga misura da meno di una dozzina di titoli”.

 

il settore tecnologico ha il potenziale per rimanere un motore di crescita, non da ultimo a causa dell’intelligenza artificiale. “Tuttavia, nel breve periodo – avvertono ancora gli esperti – siamo scettici su questi titoli, poiché riteniamo che la loro performance azionaria abbia superato gli utili e le nostre aspettative di guadagno per il settore”.

 

“Dal nostro punto di vista – chiariscono – il rally di quest'anno sembra basarsi esclusivamente sull'espansione dei multipli prezzo-utili del settore, non su un aumento degli utili. E probabilmente quest'anno l'aumento degli utili sarà minimo. Dubitiamo che le attuali valutazioni record (ad esempio, per i titoli growth rispetto alle blue chip) sopravviveranno indenni ai prossimi mesi se gli Stati Uniti scivoleranno in una recessione o se i tassi di interesse resteranno più alti del previsto. Inoltre, non consideriamo un buon segno il fatto che gli investitori del mercato azionario stanno correggendo la sovraponderazione di una manciata di società in un indice, passando ad alternative di pari peso. Riteniamo che siano le autorità antitrust a dover intervenire per correggere la ponderazione dell'indice”.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?