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Interventi più decisi per il futuro dell'Eurozona

10/7/2011 | marco.gementi

Di seguito riportiamo il commento di Stewart Robertson, senior economist di Aviva Investors Londra, sulle decisioni della Banca Centrale Europea e della Banca d’Inghilterra in merito ai tassi di interesse.


Di seguito riportiamo il commento di Stewart Robertson, senior economist di Aviva Investors Londra, sulle decisioni della Banca Centrale Europea e della Banca d’Inghilterra in merito ai tassi di interesse nelle conferenze di ieri pomeriggio.

 

 
“Ieri i mercati finanziari sono rimasti sorpresi dalla decisione della Banca Centrale Europea di non ridurre i tassi di interesse nell’Eurozona e dall’annuncio della Banca di Inghilterra di un ulteriore piano di quantitative easing.

In molti speravano  in un taglio dei tassi di interesse da parte della BCE, che avrebbe così implicitamente ammesso di aver anticipato troppo i tempi.
Ma questo non è avvenuto. Sono invece state preferite “misure non-standard” come l’aumento di riserve di liquidità per le banche.  La BCE ha anche annunciato un ulteriore programma di acquisto di covered bond per 40 miliardi di euro nei prossimi 10 mesi. Queste misure serviranno, ma sono di lieve entità considerando la portata delle manovre necessarie. Le BCE doveva fare di più e dovrà intervenire in modo più deciso in futuro, decidendosi ad abbassare i tassi di interesse in modo significativo. A riguardo, il lato positivo della decisione di non tagliare i tassi di interesse è il fatto che sia stata raggiunta a maggioranza ma non all’unanimità. I tassi di interesse dell’Eurozona verranno presto abbassati, ma è troppo tardi per prevenire una stagnazione nella crescita.

Contemporaneamente, la Banca di Inghilterra ha annunciato piani di acquisto di asset per altri 75 miliaridi di sterline da attuare tra ottobre e il prossimo gennaio. Il piano riguarderà l’acquisto di gilt con scadenza 3-10 anni, 10-25 e oltre i 25, in pari quantità. Come motivazione dell’ulteriore misura di stimolo, la Banca di Inghilterra ha citato il rallentamento dell’economia globale, il perdurare della crisi dei mercati europei e la convinzione espressa all’unanimità di un rischio di “inflation undershoo” nei prossimi due anni. Questa ulteriore misura è adeguata e aiuterà a sostenere la ripresa del Regno Unito, che fino ad ora è stata fragile e al di sotto delle aspettative”.

  

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