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Tassi, la FED verso una pausa dei rialzi

6/7/2023 | Redazione Advisor

Per gli esperti di Vanguard “la situazione è diversa in Europa, dove la resilienza dell'economia e l'inflazione "appiccicosa" potrebbero voler dire tassi ancora più alti e più a lungo”


Secondo gli esperti di Vanguard non manca molto ad una pausa nei rialzi dei tassi d'interesse negli Stati Uniti, ma la situazione è diversa in Europa, dove la resilienza dell'economia e l'inflazione ‘appiccicosa’ potrebbero voler dire tassi ancora più alti e più a lungo.

Vediamo l’analisi degli economisti zona per zona a cominciare dagli Stati Uniti: “Con un'inflazione ancora troppo alta e un mercato del lavoro ancora teso ci aspettiamo che la Federal Reserve decida un nuovo aumento dei tassi d'interesse nella riunione del comitato politico del 14 giugno. Ma diversamente dalle nostre previsioni precedenti ci aspettiamo una pausa dopo questo ennesimo rialzo. Di conseguenza, riteniamo che il picco del tasso di riferimento principale dei fondi federali si attesterà a un valore compreso tra il 5,25 e il 5,5%, un quarto di punto percentuale in più rispetto al livello attuale. Il motivo è che percepiamo uno spostamento della Fed verso una maggiore gestione del rischio, a causa delle recenti tensioni che hanno interessato il sistema bancario e delle preoccupazioni per il tetto del debito. In effetti, l'ultima verifica trimestrale della Fed sulle prassi creditizie delle banche ha rilevato un irrigidimento degli standard di prestito e un calo della domanda di prestiti”.

Ciò premesso, gli espserti si aspettano che “la Fed tagli il tasso di riferimento prima del 2024. Inoltre abbiamo rivisto al rialzo le previsioni di inflazione ‘core’ di fine anno, che non tiene conto dei prezzi volatili dei prodotti alimentari ed energetici, dal 3 al 3,3%. Questo dopo che i dati di aprile hanno evidenziato che l'inflazione core dei prezzi al consumo (CPI) è rimasta invariata durante il mese, attestandosi al 5,5% rispetto all'anno precedente. Anche la retribuzione dei lavoratori sta aumentando troppo velocemente per quelle che sono le aspettative della Fed, con il tasso di disoccupazione che è sceso al 3,4%, lo stesso del minimo registrato a gennaio del 2023, un dato che non si vedeva dal 1969. Prevediamo che il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti si attesterà attorno al 4,5% alla fine del 2023, in calo rispetto alla nostra precedente proiezione del 4,5 - 5%. I dati del PIL fanno pensare a un indebolimento dell'economia in generale, con un rallentamento della crescita annua all'1,1% nel primo trimestre, rispetto al 2,6% dell'ultimo trimestre del 2022. Continuiamo a prevedere una recessione nella seconda metà del 2023, anche se le probabilità che gli Stati Uniti la evitino sono aumentate”.

Area euro: “L'atteggiamento della Banca Centrale Europea (BCE) per quanto riguarda i tassi d'interesse è più chiaro. Dopo il settimo rialzo consecutivo - un aumento di 25 punti base al 3,25% del tasso sui depositi presso la banca centrale il 4 maggio - la Presidente della BCE Christine Lagarde ha chiarito che il ciclo di rialzi dei tassi non è finito. Prevediamo che nei prossimi mesi la BCE aumenterà il tasso di riferimento portandolo al 3,75 - 4%. Gli ultimi dati sull'inflazione sono emblematici della sfida che deve affrontare la BCE, con il tasso principale salito rispetto all'anno precedente al 7,0% ad aprile, dal 6,9% di marzo, e l'inflazione di fondo scesa al 5,6% dal 5,7% di marzo. Così come un'inflazione persistentemente elevata può diventare "appiccicosa", evidenziata dalla crescita dei salari, la BCE ha identificato come un rischio gli "utili appiccicosi". Continuiamo a prevedere che l'inflazione core raggiungerà un picco del 5,5 - 6% prima di attenuarsi nella seconda metà dell'anno, man mano che gli effetti dell'aumento dei tassi d'interesse si faranno sentire a livello economico. Ma ci aspettiamo anche che finisca l'anno attorno al 3,3%, ancora saldamente al di sopra dell'obiettivo del 2% della BCE”.

“Nel primo trimestre - rilevano i manager - l'economia dell'area euro è tornata a crescere, con un aumento del PIL dell'1,3% rispetto all'anno precedente. La principale economia del blocco, la Germania, ha invece ristagnato e si è ridotta dello 0,1% rispetto all'anno precedente. Continuiamo a prevedere una crescita dell'area euro dello 0,5% per tutto il 2023, con una lieve recessione nel prosieguo dell'anno, ma riconosciamo che la necessità di mantenere più alti i tassi d'interesse della banca centrale più a lungo per contenere l'inflazione potrebbe far slittare la recessione al 2024”.

Regno Unito: “Il rischio di una recessione ritardata e potenzialmente più profonda sta aumentando anche nel Regno Unito, dove i tassi d'interesse più alti del previsto sono ora considerati necessari per contrastare l'inflazione più persistente dovuta all'inaspettata forza dell'economia. Abbiamo rivisto le nostre previsioni del PIL del 2023, che non prevedono alcuna crescita, rispetto alla precedente previsione di una contrazione di circa l'1% quest'anno. Per il momento ci aspettiamo ancora una recessione nel corso dell'anno, ma meno profonda di quanto si pensasse. Oltre a rivedere al rialzo le previsioni sull'inflazione e sui tassi d'interesse nel Regno Unito, abbiamo rivisto al ribasso quelle di crescita per il 2024, dallo 0,6 allo 0,2%. Sulla base dei dati sull'inflazione e delle previsioni di crescita riviste, abbiamo rivisto al rialzo le previsioni dell'inflazione headline a fine anno, dal 3,4 al 3,7%, e di quella core dal 2,8 al 3,6%. Abbiamo inoltre rivisto al rialzo le previsioni di politica monetaria e adesso ci aspettiamo che la Bank of England aumenti il tasso di riferimento principale al 4,75 - 5%, mantenendolo a quei livelli fino al 2024. E questo dopo l'aumento dell'11 maggio dei tassi d'interesse al 4,5%”.

Per quanto riguarda la Cina, “i dati soddisfacenti del primo trimestre potrebbero rappresentare il picco dell'attività cinese nel 2023. L'aumento del PIL del 4,5% rispetto all'anno precedente è andato oltre le aspettative, grazie al fatto che i consumatori hanno fatto ricorso ai risparmi in eccesso quando sono state revocate le chiusure legate al Covid-19 nel 2022. Anche se i dati soddisfacenti relativi a turismo e ospitalità nelle vacanze di maggio evidenziano che la domanda repressa si sta protraendo nel secondo trimestre, altri recenti sviluppi mettono in dubbio la sostenibilità della ripresa, come il fatto che l'attività nel settore dei servizi sia stata maggiore di quella nel settore dei beni, e che gli investimenti pubblici abbiano superato quelli privati. E nonostante sia aumentato il numero degli alloggi completati, la costruzione di nuovi alloggi ha accusato un calo. Nel frattempo la disoccupazione giovanile è in aumento, anche se il tasso di disoccupazione complessivo è diminuito”.

“Prevediamo una crescita del PIL per l'intero anno compresa tra il 6 e il 6,5%, superiore all'obiettivo di crescita ufficiale del governo per il 2023 di "circa il 5%", ma in rallentamento rispetto a quella tendenziale nei prossimi trimestri”, conclude il del Global Economics and Markets Team dell'Investment Strategy Group di Vanguard.

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