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3/30/2023 | Antonio Amendola*
La reporting season delle Mid e Small Cap italiane è terminata riportando un’ottima performance nel 2022 con risultati in linea o sopra le attese. Alcuni fattori influenzeranno i prossimi mesi, ma è comunque possibile navigare questo momento volatile e trovare aziende più resilienti che possono trovarsi in occasione di “buy opportunity” qualora scendessero per motivi di mercato e non propri del business.
Rallentamento della domanda
Indipendentemente dai settori di riferimento, la maggior parte delle società considera il 2023 come un anno di transizione. Abbiamo visto come l’ultima reporting season metta in luce l’eccezionalità del 2022, aiutato dalla ripresa post-pandemica e da svariati vantaggi dei crediti di imposta (per investimenti in beni strumentali). I risultati positivi dell’ultimo trimestre sono stati rafforzati da un significativo incremento degli ordini allo scopo di poter beneficiare dell’ultima finestra disponibile per ottenere i crediti di imposta, in percentuale maggiore rispetto a quanto domandabile nel 2023. Tuttavia, la componente di benefici fiscali, sconti in fattura e crediti per energia che ha gonfiato la performance dell’anno, verosimilmente terminerà nel 2023 con ricadute sulla top line e una crescita più contenuta. A guidare il fatturato saranno principalmente le componenti di prezzo e mix di offerta, a discapito della crescita dei volumi. Pertanto, nonostante gli ottimi risultati del quarto quarter 2022, nei primi mesi del 2023 molti titoli industriali vedono un calo dei nuovi ordini e della domanda da parte dei clienti anche appartenenti a settori diversi, dalla manifattura ai servizi.
Gli shortage e i costi delle materie prime stanno rientrando, ma non diminuendo
I costi di determinate materie prime sono a livelli alti ma stabili, oppure in lieve aumento. Legata ai costi è la componente prezzi: i listini sono già stati aumentati (anche svariate volte) a partire dall’anno passato e il ribaltamento dei costi diventa sempre più difficile, per alcuni business, perché potrebbe iniziare ad intaccare la domanda. Combinando una serie di fattori, quali costi delle materie prime e dell’energia che rimangono ancora elevati, volumi che non crescono e prezzi con poco spazio di manovra per ulteriori rialzi, ci si attende una pressione al ribasso sui margini. Altro elemento di attenzione è la generazione di cassa, impattata dalla necessità di incrementare il magazzino per far fronte agli shortage di componenti, ma che in uno scenario di calo di domanda potrebbe avere un effetto inflattivo: le società potrebbero trovarsi con magazzini pieni di prodotti che non possono vendere a prezzi più bassi.
Gli investimenti diminuiranno per il clima di rialzo dei tassi
Il rialzo dei tassi a cui stiamo assistendo aumenta il costo del finanziamento per l’acquisto e il leasing di macchinari. Verosimilmente verranno ridotti gli investimenti nell’anno per rinviarli al prossimo, contribuendo alla riduzione di domanda a cui stanno assistendo le società industriali e i general contractor, per le cui commesse è spesso necessario il ricorso alla leva. Il mercato, particolarmente nelle Mid e Small Cap, non sta al momento scontando questo rallentamento atteso nel 2023: solo di recente alcuni analisti hanno abbassato le stime. I titoli delle Mid e Small Cap italiane da inizio anno riportano una performance rispettivamente del 9% e dell’8,3%, in calo in queste ultime due settimane dopo le crisi bancarie in US e il caso Credit Suisse (che ha eroso circa 3,8 e 1,8 punti percentuali dall’8 marzo). Nonostante questi eventi, che aggiungono ulteriore incertezza, sono comunque rimaste molto indietro rispetto al movimento delle Large Cap.
In questo contesto di rallentamento sul 2023 e di ritardo nella performance delle PMI rispetto alle società Large, diventa ancora più necessario essere selettivi sulle storie idiosincratiche che possiedono quegli elementi distintivi per poter performare anche quest’anno. Tra le caratteristiche che individuiamo vi sono un’efficiente gestione del circolante e delle scorte di magazzino, un’offerta di prodotti distintivi per cui la domanda rimane forte, bassa competizione nel mercato di riferimento; vediamo anche positivamente alcuni operatori a monte della catena del valore e infrastrutturali.
Alcuni titoli che osserveremo con attenzione in questo contesto sono:
Infine, a livello di portafoglio preferiamo avere una esposizione cauta al livello di asset allocation e una concentrazione alle società con le caratteristiche di cui sopra. Riteniamo che il maggior contributore alla performance del mercato italiano da inizio anno, il settore bancario, possa essere a questo punto elemento di volatilità per i portafogli. Siamo quindi esposti a pochi nomi lontani dalle tematiche che hanno colpito le banche regionali americane e Credit Suisse.
*portfolio manager, AcomeA SGR
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