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10/2/2011
Si chiude all'insegna delle vendite uno dei più difficili trimestri che le borse mondiali abbiano vissuto negli ultimi anni.
Il peggiore dai giorni post Lehman e dall'inverno nero del 2009 che portò i listini ai minimi e il mondo della finanza a interrogarsi circa la sua sopravvivenza.
Da allora la crisi sembra essersi spostata dai bilanci delle aziende a quelli degli Stati andando, se possibile, a rendere la situazione complessivamente ancora più preoccupante.
Ancora si dibatte circa le soluzioni da proporre e si vocifera di megapiani salvatutti senza chiarire chi fornirebbe i capitali e con quali modalità, mentre chi questi fondi ce li ha inizia a storcere il naso nel concederli a fronte di impegni vaghi e risultati poco apprezzabili.
Il caso della politica tedesca spaccata di fronte al nuovo pacchetto pro Grecia e lo stesso futuro di Atene ancora in bilico è esemplificativo del perdurare dell'incertezza.
Incertezza che si riflette, naturalmente, anche sui mercati, che alternano faticosi tentativi di risalita a giorni di cali bruschi e diffusi.
Nell'ultima settimana, comunque, il saldo è complessivo ma senza decisioni chiare e chiaramente rese visibili al mercato, sembra davvero difficile che il trend di sfiducia possa invertirsi radicalmente a breve.
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