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1/17/2023
Pessimismo sull’azionario statunitense e ottimismo sull’azionario europeo, sui mercati emergenti e sui titoli ciclici. È in sintesi quanto emerge dall’ultime edizione della Global Fund Manager Survey di Bank of America, sondaggio mensile condotto tra 253 fund manager che gestiscono complessivamente un patrimonio di 710 miliardi di dollari.
Secondo il sondaggio infatti, nel primo mese dell’anno l'allocazione dei gestori di fondi alle azioni statunitensi è letteralmente crollata, con il 39% che ha affermato di avere una posizione di sottopeso, il livello più alto dall'ottobre 2005. Di converso, il miglioramento del sentiment sta indirizzando gli investitori verso regioni più a buon mercato: l'indagine ha mostrato che i gestori sono diventati ora rialzisti sulle azioni della zona euro, passando a un sovrappeso netto del 4% a gennaio da un sottopeso netto del 10% a dicembre. I fund manager sono tornati positivi anche sulll’equity dei mercati emergenti, e hanno incrementato il sovrappeso netto su questa asset class al 26%, il massimo da giugno 2021. Si riduce infine il livello di liquidità in portafoglio, sceso al 5,3% dal 5,9%, il calo maggiore da giugno 2020.
Per quanto riguarda le aspettative a livello macro, anche se il 50% degli intervistati prevede un indebolimento dell'economia nei prossimi 12 mesi, si tratta della previsione meno ribassista sulle prospettive di crescita globale da un anno a questa parte. I timori di recessione si sono affievoliti, in scia alla speranza che la decisione della Cina di revocare le misure più severe di contenimento della pandemia da Covid-19 e riaprire la sua economia fornisca una spinta alla crescita globale, con le aspettative per la crescita in Cina che raggiungono il massimo di 17 anni.
Tra le altre evidenze, la survey evidenzia che i trade più affollati sono il posizionamento long su dollaro statunitense asset ESG, azionario cinese, petrolio, long Treasury USA e obbligazioni investment-grade.
I maggiori rischi di coda secondo gli investitori sono la permanenza di un'inflazione elevata, una profonda recessione globale e il mantenimento di un atteggiamento "hawkish" da parte delle banche centrali, mentre le fonti più probabili dalle quali potrebbe scaturire un evento creditizio sono lo shadow banking statunitense, il settore immobiliare cinese e il debito sovrano europeo.
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