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12/27/2022 | Redazione Advisor
Da qualche tempo l'economia cinese è rallentata a causa di norme più severe, nuovi focolai di Covid e lockdown rigorosi nelle principali aree economiche. Nel terzo trimestre l'economia si è ripresa grazie al supporto politico e alla maggiore attività sul lato dell'offerta. I consumi interni restano tuttavia deboli e la crescita del credito è esigua a causa delle restrizioni anti-Covid e dell'aumento della disoccupazione. Il settore immobiliare cinese versa in una profonda crisi provocata dal sovrainvestimento e dal sovraindebitamento. Le politiche accomodanti continueranno a stimolare la crescita, e il governo ha cominciato a rivedere la politica "zero Covid".
Tutto questo basterà ad evitare una recessione del Gigante Asiatico nel 2023. Secondo Andrea Siviero, Investment Strategist di Ethenea Independent Investors la possibilità di una recessione nel nuovo anno dipenderà “in larga misura dall'allentamento delle restrizioni anti-Covid e dalla capacità del paese di gestire la crisi del mercato immobiliare".
"Nel 2023 saranno necessari ulteriori interventi di allentamento delle restrizioni anti-Covid in Cina e il sostegno della politica per rilanciare l'economia penalizzata da un indebitamento eccessivo e dalla scarsa domanda interna ed estera", spiega Siviero che ricorda che il 2022 cinese si è contraddistinto per il 20° Congresso nazionale del Partito comunista, che ha confermato Xi Jinping alla presidenza del paese, conferendogli un terzo mandato quinquennale: i prossimi cinque anni saranno quindi segnati dagli sforzi di Xi Jinping per mantenere il potere, dalle priorità della sicurezza nazionale, dall'autarchia economica e tecnologica e da un approccio rigido alle relazioni della Cina con l'Occidente.
Foto di Christian Lue su Unsplash
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