Tempo di lettura: 2min

Recessione invernale in arrivo

12/2/2022 | Redazione Advisor

Nonostante l’inflazione in calo e i dati positivi sull’attività manifatturiera a novembre, non potrà essere evitata una frenata dell’economia nell’area euro. Le previsioni di Generali Investments


Gli ultimi dati economici positivi, come la crescita registrata nel terzo trimestre e l’indice dell’attività manifatturiera di novembre, hanno fatto pensare che la recessione nell'area euro possa essere evitata. Generali Investments non condivide tale scenario e prevede una recessione invernale, anche se questa non dovrebbe essere particolarmente profonda.

 

“Gli ultimi dati dell'area euro hanno sorpreso al rialzo” spiega Martin Wolburg, senior economist. “Contrariamente alle attese, l'economia ha continuato a crescere nel terzo trimestre e i dati di produzione industriale (a settembre pari a +0,9% mese su mese) suggeriscono già un trend positivo. Inoltre, i principali indicatori di sentiment di novembre (come l’indice dell’attività manifatturiera PMI, l’indice Ifo sulla fiducia delle imprese, il sentiment dei consumatori) sono progrediti. L’indice PMI del manifatturiero, ad esempio, era in calo da maggio. Ciò ha fatto supporre che una recessione potesse essere evitata”

 

“Riteniamo queste speranze eccessivamente ottimistiche: il sentiment è ancora in linea con un contesto di recessione” evidenzia l’economista. “Il miglioramento è stato largamente guidato dalle aspettative e non da un miglioramento dei giudizi sulla situazione attuale. L'inflazione è scesa leggermente dal picco del 10,6% anno su anno di ottobre al 10,0% a/a di novembre, ma è destinata a rimanere ostinatamente alta e a raggiungere una media del 9,0% a/a nel prossimo trimestre. Gli indicatori legati alla recessione, come la crescita nell’aggregato monetario M1 (-6,3% a/a in ottobre) e l'appiattimento della curva dei rendimenti - in seguito all'inasprimento delle condizioni di finanziamento - fanno ancora pensare a una recessione. I nostri indicatori proprietari vedono un rischio di recessione di circa il 60% per la prima metà dell’anno. Grazie al previsto miglioramento dell'ultimo trimestre del 2022, vediamo un’espansione del Prodotto Interno Lordo del 3,3% (rispetto alla precedente stima del 3,2%) e per il 2023 una lieve riduzione, pari a -0,1% (dal -0,3%)”.

 

 In tale contesto, Wolburg spiega che nella riunione del 15 dicembre la Banca Centrale Europea dovrà correggere al ribasso le sue prospettive di crescita per il 2023 (attualmente allo 0,9%) e al rialzo quelle di inflazione (5,5%) e ritiene che la politica monetaria potrebbe quindi inasprirsi. “I commenti dei membri del Consiglio direttivo indicano che, in un contesto di inflazione difficile, i rialzi continueranno anche in caso di rallentamento dell’attività. Il Consiglio direttivo sembra essere diviso sull'entità del rialzo di dicembre, ma riteniamo ancora molto probabile un rialzo di 50 punti base. Saranno annunciate anche misure di quantitative tightening e restiamo dell'idea che esse sostituiranno in larga misura i rialzi dei tassi nel 2023 a partire dal secondo trimestre. Tuttavia, l'inflazione elevata e le prospettive meno severe per l'economia reale rendono, a nostro avviso, il picco del tasso di policy al di sopra del 2,5%, attualmente previsto per il primo trimestre, il rischio principale” conclude Wolburg.

 

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?