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10/31/2022 | Marcella Persola
Preoccupati per l'inflazione, il conflitto russo-ucraino, ma anche per il proprio pensionamento. Per questo preferiscono aumentare la quota di risparmio liquido, inteso come tranquillità, e chi lo investe guarda più al lungo termine che al breve. E' questa una fotografia dei risparmiatori/investitori che emerge dallo studio annuale condotto da Acri in collaborazione con Ipsos e presentato in occasione della 98° Giornata Mondiale del Risparmio, che cade il giorno 31 ottobre.
La ricerca di ACri e Ipsos giunta alla 22° edizione e mostra come la spirale inflazionistica e il decremento del potere d’acquisto delle entrate familiari non portano gli italiani a privilegiare un impiego del denaro diverso dall’accumulo. Paradossalmente, la difficoltà di accumulare risparmi, l’aumento dei prezzi e la perdita di valore del denaro inducono a una crescente propensione verso la liquidità (63% vs 61% nel 2021) come forma di protezione verso l’imprevisto, denotando una visione poco lungimirante e, in parte, legata alla difficoltà di identificare l’investimento ideale.
Nell’ipotesi in cui si possa investire, certamente si guarda in primis alla rischiosità dell’investimento e alla solidità del soggetto proponente. Chi investe con una certa progettualità, preferisce una visione a lungo termine, rispetto a quella di medio termine. Cattive notizie però per gli strumenti finanziari, oltre a prediligere quelli meno rischiosi e di protezione, torna a mancare per il panel di intervistati, uno strumento ideale di riferimento. Il mattone tiene, molto meno gli strumenti finanziari. Cresce invece la quota di coloro che investirebbero in attività con impatto positivo su ambiente e società, ritornando ad un livello del tutto simile a quanto registrato nel 2019 e nel 2020: la situazione di crisi non sembra aver fatto venir meno l’interesse ad investire in sostenibilità.
Continua ad essere forte la consapevolezza del legame tra risparmio e crescita del Paese all’insegna di uno sviluppo sociale e civile (75% vs 79% nel 2021), anche se si registra una certa disillusione (21% vs 17% nel 2021). Gli aiuti europei e il PNRR sono l’occasione da non sprecare per guardare al futuro con meno timore e preoccupazione, partendo dalla necessità di interventi che abbiano delle ricadute nel più breve tempo possibile.
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