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Credito alternativo e hedge fund per proteggersi dalla volatilità

10/25/2022 | Redazione Advisor

Norman Villamim (UBP): “Rimaniamo cauti sulle azioni e manteniamo la protezione che abbiamo attuato nel corso dell'anno”


“I Paesi sviluppati sembrano destinati ad affrontare una recessione tecnica nei prossimi trimestri con l'Europa più esposta al rischio di una recessione lunga e profonda a causa della crisi energetica”. Questa è la previsione di Norman Villamin, chief investment officer (wealth management) di Union Bancaire Privée, secundo cui “l'inflazione non ha ancora raggiunto il suo picco in Europa e negli Stati Uniti permangono preoccupazioni sulla tenuta dell'inflazione di base. Di conseguenza, sebbene i mercati abbiano smaltito il rally estivo, continuiamo a rimanere cauti di fronte al deterioramento del quadro macro nel 2023”.

Il manager privilegia “la qualità sia nelle allocazioni a reddito fisso che in quelle azionarie per attenuare la prospettiva di un aumento dei tassi di insolvenza e di ulteriori riduzioni delle aspettative sugli utili. Le società con bilanci solidi e un'elevata visibilità degli utili dovrebbero sovraperformare in futuro. Manteniamo inoltre l'asimmetria nei portafogli attraverso opzioni, prodotti strutturati e hedge fund per attenuare i rischi di ribasso in vista della fine dell'anno”.

Fixed Income: “I rendimenti dei titoli di Stato hanno registrato un forte rimbalzo a causa dell'inasprimento della politica monetaria e delle persistenti preoccupazioni in materia di inflazione. Con il rischio di recessione in aumento e con i rendimenti decennali statunitensi che hanno raggiunto il nostro intervallo target, abbiamo continuato ad aggiungere lentamente titoli sovrani a lunga scadenza in USD. Sebbene possano esistere alcuni rischi di rialzo dei tassi, in assenza di uno shock inflazionistico sostenuto, il rapporto rischio/rendimento è nel peggiore dei casi bilanciato e, a livelli di rendimento più elevati, inizia ad inclinarsi a favore degli investitori che guardano al futuro”.

“I rendimenti dei titoli di Stato - prosegue l’analista - sono aumentati nell'Eurozona nonostante i crescenti rischi di recessione e l'escalation delle tensioni geopolitiche. L'inflazione non ha ancora raggiunto il suo picco, nemmeno con le misure di contenimento dei prezzi del gas e dell'elettricità, e la BCE ha mantenuto una comunicazione da falco. I rendimenti dei Bund tedeschi a 10 anni sono saliti sopra il 2% e gli spread periferici sono tornati ad essere sotto pressione. Il nuovo governo italiano deve presentare un bilancio 2023 conforme alle raccomandazioni della Commissione europea per continuare a beneficiare dei fondi comunitari per la ripresa economica”.

“Le strategie di credito alternativo e di hedge fund - continua il gestore - offrono un’utile protezione in questo contesto di elevata volatilità. In prospettiva, con i rendimenti assoluti in USD investment grade vicini al 6%, livelli visti l'ultima volta prima della crisi finanziaria globale del 2008-09, abbiamo iniziato a cercare maggiori opportunità nel credito di alta qualità, da mantenere fino alla scadenza. Azionario Nonostante il peggioramento delle prospettive dell'attività globale, gli analisti azionari sono rimasti riluttanti a tagliare le stime degli utili. Le proiezioni di crescita degli EPS per il 2022E per i titoli azionari globali sono rimaste ferme all'11% nell'ultimo mese, con il 17% per l'Europa, l'8% per gli Stati Uniti e il 10% per la Cina, tutti invariati. Il tasso di crescita degli utili previsto per il Giappone è aumentato di 2 pp al 13%. Nonostante il rallentamento dell'attività economica, il rapporto tra annunci negativi e positivi per il 3° trimestre è stato inferiore rispetto ai trimestri precedenti. Ciò suggerisce che l'asticella per gli utili del terzo trimestre è abbastanza bassa, vale a dire che si prevede una crescita degli utili pari a zero per l'indice S&P 500 ex energia. Come sempre, le guidance saranno fondamentali”.

Con un contesto che diventa quasi ogni giorno più difficile per le aziende, “i rischi per gli utili sono chiaramente inclinati verso il basso, in particolare sul 2023, per il quale le stime attuali implicano un leggero aumento dei margini. In un contesto di tassi d'interesse in crescita, aliquote fiscali più elevate, salari in aumento e un'ulteriore significativa decelerazione dell'attività economica, ciò appare altamente improbabile. Nelle passate fasi di ribasso, i titoli azionari hanno toccato il fondo solo dopo che la maggior parte dei tagli agli utili per azione si era concretizzata. Sebbene le stime di consenso indichino ancora un aumento del 6% a livello globale, nel nostro scenario economico di base è molto probabile che la crescita effettiva degli utili diventi negativa nel 2023”.

“Inoltre, storicamente i mercati azionari toccano il fondo solo dopo un taglio dei tassi della Fed, ma la prospettiva di vedere la banca centrale cambiare rotta è ancora molto lontana. Rimaniamo quindi cauti sulle azioni e manteniamo la protezione che abbiamo attuato nel corso dell'anno”, conclude Villamin.

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