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9/21/2011 | Massimo Morici
Se S&P boccia il nostro paese, Credit Suisse lo promuove. A un giorno dalla notizia del declassamento del giudizio sul debito sovrano italiano da parte dell'agenzia di rating americana, la banca d'investimento elevetica pubblica un report, riassunto oggi su Finanza e Mercati, con un titolo decisamente ottimista: "L'Italia non così male come sembra". Secondo gli analisti svizzeri, infatti, il rischio di default di Roma è molto inferiore rispetto a quello degli altri paesi dell'Europa periferica e il paragone con Atene è più che mai azzardato.
Fra i punti di forza del nostro paese, infatti, ricorda Credit Suisse, c'è un deficit di solo il 4,1% del Pil con un avanza primario (al netto della spesa per interessi) allo 0,6% del Pil. E in Europa gli unici due stati con un avanzo primario sono extra Ue: Svizzera e Norvegia.
Non solo. Oltre a un livello del debito privato più basso della media europea (125% del Pil, la metà di Spagna e Portogallo), l'Italia ha anche passività nette estere pari al 21% del Pil, contro una media di circa il 100% nei paesi dell'Europa periferica: un dato fondamentale, per gli analisti della banca elevetica, in quanto se si avverasse lo scenario peggiore di caduta dell'euro, l'Italia non avrebbe bisogno di promuovere un default. Una svalutazione del 50% della lira lascerebbe ancora le passività nette estere al 40% del Pil, a un livello ancora gestibile.
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