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Jackson Hole, Powell pronto al “mea culpa”

8/25/2022 | Daniele Riosa

I gestori sono concordi nel prevedere un governatore della Banca Centrale che non solo sarà pronto a sparare, ma a lanciare una raffica di aumenti dei tassi di interesse


“Quando i governatori delle banche centrali di tutto il mondo si riuniscono per il simposio annuale ospitato dalla Federal Reserve, poche cose restano come sono”. Nikolaj Schmidt, chief international economist di T. Rowe Price, rileva che “l'inflazione e gli aumenti salariali sono a livelli problematici, mentre gli indicatori economici segnalano un grave rallentamento dell'economia globale. Ciò mette sotto i riflettori il presidente della banca centrale USA Jerome Powell".

“L'inflazione - sottolinea il manager - è troppo alta e, a meno che il mercato del lavoro non si raffreddi in modo significativo, continuerà a deviare dall'obiettivo. È quindi improbabile che Jerome Powell e la Banca Centrale statunitense accolgano con favore il recente allentamento delle condizioni finanziarie. E in termini di politica monetaria, c'è solo una cosa da fare: un ulteriore inasprimento. Ciò suggerisce che assisteremo a una combinazione di indebolimento del mercato azionario, allargamento degli spread creditizi, rafforzamento del dollaro e aumento dei tassi di interesse. La Banca Centrale americana non controlla direttamente le condizioni finanziarie, ma ha uno strumento molto efficace nel tasso di interesse di riferimento”.

Pertanto, per il gestore “vedremo un governatore della Banca Centrale che non solo sarà pronto a sparare, ma a lanciare una raffica di aumenti dei tassi di interesse. Le tempistiche non sono delle più fortunate. Il migliore indicatore del grado di surriscaldamento dell'economia mondiale, i dati dei PMI, mostrano che ci troviamo in una fase di recessione per l’economia globale. Pertanto, i recenti rialzi del mercato azionario appaiono fragili. Mettetevi al riparo: ci aspetta una corsa selvaggia!”.

Luke Bartholomew, senior economist di abrdn, ricorda che “negli ultimi anni la Fed ha cercato di sminuire l'importanza di Jackson Hole come evento di mercato. Tuttavia, un intervento del presidente Powell sarà sempre significativo e quest'anno sembra che il suo discorso arrivi in un momento particolarmente importante per il mercato. La dichiarazione di Powell dello scorso anno indicava cinque ragioni per cui prevedeva che l'inflazione elevata fosse transitoria. È sicuro che quest'anno non ripeterà lo stesso messaggio. In effetti, il suo discorso potrebbe includere esplicitamente un ‘mea culpa’ sulle previsioni della Fed in generale, per cercare di dimostrare ciò che la Fed ha imparato sull'inflazione quest'anno. È probabile che Powell sottolinei che la politica ha ancora una lunga strada da percorrere prima che la Fed si senta sicura di aver decisamente invertito la rotta circa il ripristino della stabilità dei prezzi. Questo è importante dal momento che di recente il mercato si è comportato come se la Fed avesse abbandonato il suo atteggiamento da falco”.

Per l’analista “è difficile credere che i vertici della Fed siano soddisfatti delle condizioni finanziarie diventate molto più accomodanti nell'ultimo mese, di conseguenza Powell utilizzerà il suo intervento come un'opportunità per contrastare l'interpretazione più dovish della politica della Fed emersa di recente. Se non lo farà, i mercati lo interpreteranno come un segnale di via libera per un ulteriore rimbalzo degli asset rischiosi, che probabilmente porterà la Fed a dover aumentare ulteriormente i tassi di interesse”.

David Norris, portfolio manager di TwentyFour Asset Management, prevede che “Powell dovrebbe continuare il suo discorso sulla lotta all'inflazione, dissuadendo i mercati dall'idea che la Fed abbia fatto un passo falso. Il suo messaggio principale verterà sulla determinazione della Fed a controllare l'inflazione, che è il suo obiettivo primario, anche se tale politica rischia di spingere l'economia statunitense in recessione. Alla vigilia del discorso di Powell, i mercati dei tassi si sono ritirati, con i rendimenti dei Treasury a 10 anni che sono tornati intorno al 3%. I mercati si aspettano quindi una dichiarazione di Powell più aggressiva, sulla falsariga di una narrativa ‘più alta più a lungo’”.

“La reazione iniziale del mercato - conclude Norris - potrebbe essere contenuta, con l'orientamento falco che si riflette sui rendimenti dei Treasury, insieme alla consapevolezza che la politica della Fed sarà dettata dai dati e dalle singole riunioni”.

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