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Debito emergente, il peggio è alle spalle

8/10/2022 | Redazione Advisor

Nonostante il contesto economico rimanga difficile e i premi al rischio elevati i mercati del debito degli EM rimarranno resilienti. L’analisi di PGIM Fixed Income


Nonostante il contesto economico rimanga difficile e i premi al rischio elevati i mercati del debito degli EM rimarranno resilienti. Questa è in sintesi la view di di Cathy Hepworth, managing director e head emerging markets debt team di PGIM Fixed Income. “Negli ultimi otto mesi, gli spread sui titoli di Stato dei mercati emergenti in valuta forte hanno raggiunto il terzo livello più alto degli ultimi 18 anni; solo dopo la crisi finanziaria e lo shock Covid si sono registrati livelli più elevati” osserva Hepworth. “Tuttavia, la crescita della Cina rappresenta ancora un fattore di rischio importante: la politica zero-Covid del governo e il giro di vite sul settore immobiliare stanno mettendo a rischio l'obiettivo di crescita del 5,5% per l'anno in corso. Gli investitori hanno accolto con favore gli stimoli cinesi, ma per evitare un rallentamento sono necessari ulteriori interventi, ad esempio attraverso le infrastrutture e l'edilizia pubblica. Le condizioni finanziarie rigide, il rallentamento della crescita e la diminuzione della propensione al rischio manterranno probabilmente il contesto economico difficile e i premi al rischio elevati. Tuttavia, secondo la nostra analisi, i mercati del debito degli EM rimarranno resilienti. La maggior parte dell'allargamento degli spread nel debito governativo EM in valuta forte è probabilmente alle spalle e gli spread attuali sono storicamente stati punti di ingresso interessanti”.

 

All'interno del comparto a basso rating, spiega la strategist, i fondamentali e le politiche variano significativamente da un Paese all'altro. “Prendiamo ad esempio Etiopia, Ghana, Kenya, Sri Lanka, Suriname, Tunisia e Turchia. Questi emittenti deboli devono affrontare un percorso difficile, poiché l'avversione al rischio degli investitori e l'aumento dei tassi di interesse aumentano i costi per accedere ai finanziamenti e limitano l'accesso al mercato. Tuttavia, esistono fattori di attenuazione per gli emittenti a basso rating, i cui prezzi obbligazionari sono vicini ai valori nominali, o per gli emittenti a basso rating che stanno adeguando le loro politiche, soprattutto a causa delle condizioni proposte dal Fondo Monetario Internazionale. Alcuni di questi beneficiano di un miglioramento dei fondamentali, di prezzi elevati delle materie prime, del sostegno del FMI o di mercati finanziari interni molto profondi. È il caso di Costa d'Avorio, Angola, Iraq, Gabon, Repubblica Dominicana, Camerun, Mozambico e Nigeria. Il rallentamento della crescita avrà un impatto minore sui governi con rating investment-grade e BB più forte, grazie alla loro forza intrinseca”.

 

“L'Arabia Saudita e il Qatar hanno un doppio surplus e stanno rafforzando le loro considerevoli riserve. Troviamo valore anche in Israele, visti i suoi fondamentali e le valutazioni interessanti. La crescita europea sta rallentando, ma vediamo valore in Ungheria e Romania. I finanziamenti legati al piano Next Generation EU rafforzeranno i fondamentali di entrambi i Paesi senza aumentare il debito. La Serbia appare interessante per la sua politica fiscale, gli investimenti esteri diretti e i consistenti depositi di litio. I prezzi più elevati delle materie prime favoriscono l'America Latina. Tuttavia, i cambiamenti politici della regione verso l'eterodossia potrebbero portare a un deterioramento, anche se a partire da premesse solide. Tuttavia, laddove le valutazioni riflettono già questa preoccupazione, come nel caso della Colombia, abbiamo una piccola sovraponderazione”.

 

“Le obbligazioni societarie EM hanno faticato ad inizio 2022, con un ampliamento degli spread societari EM di oltre 90 punti base. Prevediamo che i tassi di default delle società EM ad alto rendimento aumenteranno dall'attuale 1-2% a livelli tendenziali del 3-4%” prosegue Hepworth.

Le società ad alto rendimento con rating più basso sono più vulnerabili in caso di recessione o stagflazione. Sottopesiamo le piccole e medie imprese (PMI), i settori dei metalli e minerario, le banche e le società con un business orientato prevalentemente al mercato interno in paesi vulnerabili come l'Argentina o la Turchia. La maggior parte delle obbligazioni emesse dal settore immobiliare cinese quota a livelli di sofferenza. Per ora manteniamo le nostre piccole posizioni in questo Paese e prevediamo un miglioramento dell'attività economica nei prossimi 6-12 mesi. Continuiamo a trovare valore in emittenti quasi sovrani, come l'aeroporto di Città del Messico e la Power Finance Corporation indiana, che beneficiano del sostegno del governo e di spread interessanti”.

 

Per quanto riguarda le valute, chiarisce ancora Hepworth, “conl’inizio del terzo trimestre, stiamo mantenendo una visione long sul dollaro USA mentre restiamo cauti nei confronti delle valute EM. Le nostre maggiori esposizioni valutarie sottopesate si trovano in Asia (renminbi cinese, baht tailandese, dollaro di Taiwan), dove nutriamo preoccupazioni per la crescita della Cina, ma sottopesiamo anche gli importatori di materie prime e le valute dei Paesi che ritardano la stretta monetaria della Fed”.

 

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