Tempo di lettura: 4min
7/21/2022 | Daniele Riosa
Giornata cruciale per la politica italiana con il premier Mario Draghi che ha rassegnato le dimissioni. Vediamo come i gestori interpretano la crisi politica in atto nel nostro Paese.
Paul O’Connor, head of the UK-based Multi-Asset Team di Janus Henderson, prevede che “in caso di sue dimissioni, è probabile che il Paese si avvii verso elezioni anticipate in autunno e che Draghi rimanga come premier ad interim fino ad allora, anche se con un potere legislativo limitato di fatto. Sebbene i mercati finanziari abbiano retto l'urto di numerose crisi politiche in Italia nel corso degli anni, un crollo del governo, in questo momento, non farebbe certo dormire sonni tranquilli agli investitori, viste le numerose sfide che incombono sulle prospettive economiche italiane. Un vuoto politico, in vista di un'elezione lampo, accentuerebbe le preoccupazioni degli investitori circa le risposte politiche efficaci alla crisi del costo della vita e alla crisi energetica, oltre a sollevare interrogativi sulle prospettive di riforma strutturale e di consolidamento fiscale”.
“Un ulteriore allargamento degli spread obbligazionari italiani - prosegue il gestore - sembrerebbe molto probabile, in un contesto di prolungata paralisi politica e in un momento in cui l'economia italiana si trova ad affrontare molteplici venti contrari. La nostra ipotesi centrale rimane quella che Mario Draghi rimanga come premier fino alla primavera del prossimo anno, continuando a concentrarsi sulle sfide dettate da un'economia in rallentamento, attuando al contempo le riforme necessarie per accedere al fondo per la ripresa della pandemia. Sebbene la nostra convinzione non sia elevata, riteniamo che le preoccupazioni del mercato per il rischio politico italiano siano destinate ad attenuarsi piuttosto che ad intensificarsi nei prossimi giorni. Ciononostante, continuiamo a sottopesare le azioni dell'Eurozona, dato che il contesto politico, economico e politico continua a essere relativamente sfavorevole”.
Secondo Filippo Diodovich, senior Market strategist di IG Italia, ricorda che “dopo le tensioni di giovedì e le dimissioni di Draghi respinte da Mattarella i mercati avevano scontato che i partiti politici avrebbero trovato un compromesso in extremis per evitare una crisi politica in un momento così delicato per l’Italia, sia dal punto di visto geopolitico (guerra in Ucraina e tensioni nei rapporti diplomatici con la Russia) che da quello economico (crisi energetica, requisiti per fondi PNRR, legge di bilancio, scudo anti-spread e rischi di recessione) e sanitario (nuova campagna vaccinale per la quarta dose). La scelta di M5S, Lega e Forza Italia di non sostenere più il governo di unità nazionale con a capo Mario Draghi avrà conseguenze fortemente negative sull’andamento dell’azionario italiano e aumenterà le tensioni sullo spread con un forte rialzo dei rendimenti dei titoli di stato italiani. In merito al mercato obbligazionario, crediamo che i timori degli investitori su un lungo periodo di instabilità politica in Italia possano portare lo spread nel breve termine a 250 punti base e nel medio sui 300 pb”.
Annalisa Piazza, fixed-income research analyst di MFS Investment Management rileva che “la fine del governo Draghi sembra essere ormai lo scenario più probabile, dopo l'astensione dei partiti di centrodestra e del Movimento Cinque Stelle al voto di fiducia di ieri. Dopo una giornata surreale in cui i partiti più populisti hanno cercato di fare mosse tattiche per riguadagnare un po' della popolarità perduta, la loro decisione di astenersi dal voto di fiducia porterà quasi certamente alla conferma delle dimissioni di Draghi da primo ministro e alle elezioni anticipate come scenario di base a causa di un chiaro errore politico. In poche parole, il risultato di oggi è forse il peggiore esito della crisi iniziata la scorsa settimana e si prevede una maggiore frammentazione. Il presidente Mattarella potrebbe decidere di sciogliere il Parlamento già la prossima settimana, dopo aver consultato i presidenti delle due Camere. Si potrebbe tentare di formare una maggioranza di governo alternativa o di nominare Draghi come commissario. Riteniamo improbabile che entrambi gli scenari si verifichino. Nel breve termine, l'esito degli sviluppi politici potrebbe aumentare ulteriormente la confusione sullo strumento anti-frammentazione della BCE, che non è chiaramente finalizzato a ridurre il rischio politico”.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie