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Inversioni della curva dei rendimenti, parola d'ordine prudenza

4/13/2022 | Redazione Advisor

Seidner (PIMCO): "L'analisi della curva dei rendimenti può portare a una varietà di conclusioni sull'arrivo di una flessione, ponendo in rilievo l'importanza della flessibilità"


Alla fine di ogni ciclo economico, gli investitori rivolgono la propria attenzione alla curva dei rendimenti dei Treasury, un indicatore del mercato obbligazionario visto come un’anticipazione delle prospettive economiche. La curva stessa è un grafico della relazione tra i rendimenti dei Treasury e il time to maturity. Di solito si inclina verso l'alto, da sinistra a destra, per indicare che gli investitori chiedono una maggiore remunerazione per detenere obbligazioni a lungo termine, per compensare il rischio che la crescita economica o l'inflazione possano accelerare nel tempo.

 

Marc Seidner, cio strategie non tradizionali di PIMCO, analizza come leggere le inversioni della curva dei rendimenti e le implicazioni per gli investimenti e le opportunità, soprattutto alla luce degli ultimi episodi. "L'analisi della curva dei rendimenti può portare a una varietà di conclusioni sull'arrivo di una flessione, ponendo in rilievo l'importanza della flessibilità", spiega il cio.

 

"L’inversione della curva è stata presagio di recessione in diverse occasioni passate, ovvero quando i rendimenti a più breve scadenza superano quelli a più lunga scadenza. Ultimamente, le inversioni sono apparse tra diversi punti lungo la curva, spingendo gli investitori a chiedersi se si tratti di presagi di una recessione. Si tratta di un quesito complicato nell'attuale ciclo economico, che ha visto un improvviso calo nel 2020 e un rapido rimbalzo alimentato da uno stimolo senza precedenti da parte delle banche centrali".

 

"Un'inversione della curva dei rendimenti non dovrebbe mai essere ignorata solo perché il contesto è cambiato", afferma l'esperto. "Detto questo, il segnale della curva potrebbe essere meno chiaro rispetto al passato. A nostro avviso, gli indicatori a più lunga scadenza come le curve dei Treasury a 2/10 anni e a 5/30 anni possono essere più preziosi della tanto seguita curva a tre mesi/10 anni. Il motivo è che la Fed ha già esposto le proiezioni di rialzo dei tassi nel "dot plot", e guardare i tassi di mercato su un orizzonte di breve termine può essere meno utile rispetto a concentrarsi su ciò che la Fed sostiene di voler fare in futuro".

 

"Prevediamo  una crescita superiore alle aspettative e un graduale allentamento delle pressioni inflazionistiche dai picchi più alti nelle economie dei mercati sviluppati", aggiunge Seidner. "Tuttavia, i rischi di una maggiore inflazione e di una minore crescita sono aumentati, insieme al rischio di recessione nel 2023".

 

"In considerazione di ciò, siamo leggermente sottopesati sulla duration, o il rischio di tasso di interesse, con la maggior parte di quel sottopeso all'estremità lunga della curva. Vediamo una possibile opportunità nelle scadenze più brevi di 2-5 anni. Siamo convinti di essere ormai in fase ben avanzata del ciclo economico, con uno slancio di crescita sottostante ancora forte ma sempre più vulnerabile al rischio di ribasso. Tendiamo a porre enfasi sulla necessità di mantenere liquidità da impiegare per trarre benefici dalle dislocazioni che si presenteranno sui mercati", conclude Seidner.

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