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9/13/2011
Si chiude una giornata di timidi segnali di speranza in un mercato che guarda più al debito sovrano e i rendimenti dei titoli di Stato piuttosto che ai prezzi a sconto di moltissimi titoli azionari.
Il Ftse Mib a Piazza Affari chiude con un rialzo di oltre 2 punti percentuali una giornata vissuta in altalena, con continui saliscendi sulla parità.
Brillano i titoli del comparto bancario, ma si tratta di una prova di forza che non deve ingannare: per la maggior parte dei gruppi, Unicredit Intesa Sanpaolo in testa il rimbalzo di oggi non fa che per ricucire in minima parte le perdite degli ultimi giorni e il 7.43 percento di rialzo di Piazza Cordusio non basta neppure recuperare il passivo fatto segnare da lunedì nero vissuto ieri.
Decisamente più preoccupanti, ad ogni modo, i segnali che arrivano dal mercato obbligazionario: i nostri BTP a 5 anni sono sempre meno richiesti, nonostante un rendimento che tocca il record dall’introduzione dell’euro al 5,60%.
Di conseguenza il differenziale con i titoli di Berlino vola ai record storici, sfondando sia per la scadenza decennale che per il 5 anni i 400 punti base.
Segnali di turbolenza e di pressione che continuano a punire il nostro mercato e non sembrano poter trovare soluzione nel breve, nemmeno in una manovra che si sta avviando all’approvazione del Parlamento.
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