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Italia, verso una contrazione trimestrale del PIL

3/9/2022 | Redazione Advisor

Paolo Pizzoli (ING): “In gennaio la produzione industriale destagionalizzata si è contratta del 3,4%, un dato molto peggiore delle aspettative”


“In gennaio la produzione industriale italiana destagionalizzata si è contratta del 3,4% M/M (da -1,1% M/M in dicembre), un dato molto peggiore delle aspettative”. Paolo Pizzoli, senior economist di ING, sottolinea che “il forte calo ha riportato la produzione al di sotto del livello pre-Covid di febbraio 2020 (l’1,9% più basso) per la prima volta da gennaio 2021”.

“Un breve sguardo ai grandi aggregati - precisa il manager - mostra che la contrazione è stata più marcata per la produzione di energia, dei beni di consumo e dei beni intermedi, e più contenuta per la produzione di beni strumentali. In ottica settoriale, fra i grandi settori, solo la produzione di mezzi di trasporto e di prodotti chimici hanno registrato variazioni mensili positive. Preoccupanti i segnali che giungono dalla produzione di plastiche e di prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi (di cui fanno parte le piastrelle e le ceramiche), in forte contrazione nonostante un contesto di domanda teoricamente favorevole. Questo sembrerebbe suggerire che tali settori, forti utilizzatori di gas nei processi produttivi, a gennaio già soffrissero delle pressioni crescenti derivanti dai fortissimi aumenti dei costi del gas. Dal momento che le tensioni su questo fronte sono ulteriormente aumentate dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina è difficile pensare a miglioramenti nel corso di questo trimestre”.

Il gestore spiega che “dal momento che i prezzi delle materie prime hanno continuato a salire dopo gennaio, le prospettive per la produzione industriale nel primo trimestre non sono affatto buone. La marcata debolezza del dato della produzione non era stata anticipata dagli indicatori ad alta frequenza disponibili. La componente produzione dell’indice di fiducia delle imprese manifatturiere aveva segnalato un modesto indebolimento, e quella relativa agli ordini era ancora a livelli molto elevati. Con una partenza così debole della produzione industriale, le prospettive di crescita economica per il primo trimestre dell’anno sono piuttosto fosche. Proprio quando c’erano segnali di ammorbidimento delle tensioni sul fronte dei colli di bottiglia produttivi legati alla pandemia, l’impatto sull’offerta di prezzi crescenti delle materie prime (energetiche e no) sembra prendere il sopravvento, inducendo interruzioni temporanee nella produzione fra gli utilizzatori intensivi. Le notizie di questi giorni di stop produttivi fra i produttori di acciaio e le cartiere suggeriscono che i problemi di offerta si stiano diffondendo”.

“Data l’incertezza intrinseca al quadro geopolitico - conclude Pezzoli - non ci avventuriamo a stimare puntualmente gli impatti economici della guerra in Ucraina. Quello che possiamo dire, anche alla luce del dato di oggi, è che per il primo trimestre del 2022 una contrazione trimestrale del PIL italiano appare ora assai probabile”.

 

 

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