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Bond USA sull’ottovolante

2/17/2022 | Redazione Advisor

L’ultimo rapporto sull’inflazione ha provocato un’impennata della volatilità sul mercato delle obbligazioni statunitensi. Il commento di PIMCO


Dopo che il rapporto sull’indice dei prezzi al consumo statunitense ha dato il via a un sell-off giornaliero di 25 punti base sul Treasury a 2 anni, la settimana scorsa il mercato obbligazionario sembrava essere sulle montagne russe. il mercato dei future sui Fed Funds ha prezzato una probabilità del 20% di un rialzo dei tassi prima della riunione di marzo e una probabilità del 70% di un ulteriore rialzo di 50 punti base al momento della riunione di marzo. Cosa bisogna aspettarsi per il futuro?

 

“Il rapporto sull'inflazione di giovedì è stato più solido delle nostre aspettative di consenso” osserva Tiffany Wilding, economista esperta di America Settentrionale di PIMCO. “E questo, insieme al rapporto sulla situazione occupazionale di gennaio, che ha mostrato un peggioramento delle tensioni salariali nonostante i miglioramenti dell'offerta di lavoro, è andato a conferma di uno scenario in cui la Fed possa dare il via al ciclo di rialzo dei tassi a marzo e li riveda al rialzo anche nelle riunioni successive fino a quando l'inflazione non mostrerà segni di moderazione, cosa che ci aspettiamo ancora nella seconda metà dell'anno. In altre parole, la situazione di rischio che abbiamo evidenziato qualche settimana fa sembra essersi concretizzata in fretta; ora ci aspettiamo 5 rialzi dei tassi quest'anno (marzo, maggio, giugno, settembre e dicembre) con il rischio di ulteriori ritocchi”.

 

L’economista ritiene che la possibilità che la Fed annunci un rialzo prima della riunione di marzo sia praticamente nulla e che la maggior parte dei funzionari della Fed preferirebbe non effettuare un rialzo di 50 punti base nella riunione di marzo. “I fatti ci suggeriscono ancora che una spirale salari/prezzi non è imminente. Tuttavia, con Powell e Brainard ancora in attesa della conferma da parte del Senato, potrebbe essere più difficile per gli alti funzionari dare comunicazione ai mercati prima della riunione di marzo (e ricordate che il rapporto CPI di febbraio sarà pubblicato durante il periodo di blackout). Pertanto, ammettiamo che i prezzi di mercato possano diventare una profezia che si autoavvera, se i funzionari della Fed dovessero ravvisare dei rischi maggiori nel sorprendere i mercati”.

 

In altre parole, conclude Wilding, “se la reazione del mercato è andata nella direzione giusta, la portata del movimento è stata estrema rispetto alla nostra interpretazione dei recenti dati macro e il ritracciamento di venerdì ci è sembrato ragionevole”.

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