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9/5/2011
Ancora una giornata di crisi della fiducia per dei mercati affondati dalla paura.
Paura che la contrazione della crescita si ritrasformi in recessione, che la Germania non appoggi più (dopo la perdita di peso politico della coalizione di Angela Merkel) gli aiuti alle periferie europee e che, per quanto riguarda l'Italia, che la manovra non sia che un palliativo.
Piazza Affari e il nostro mercato obbligazionario affondano soprattutto in scia a quest'ultima ombra.
Lo spread torna a 370 punti base, cancellando di fatto del tutto l'intervento della Bce delle ultime settimane e gettando nuove nuvole su un futuro che, per dirla alla Draghi, non necessariamente vedrà l'Eurotower comprare senza soluzione di continuità il nostro debito.
Specie in assenza di dimostrazioni di impegno dalla politica romana.
Sul fronte azionario è un'altra giornata di passione, con industriali e banche (anche al di fuori dei confini nazionali) colpiti da ondate di vendite.
Intesa Sanpaolo chiude sul fondo del listino andando a rivedere i minimi storici e avvicinandosi a una soglia psicologicamente delicata come l'euro per azione.
Soglia che di fatto sembra inavvicinabile, in senso opposto nel breve per Unicredit, anche oggi tra i peggiori.
Ed ora lo scenario, soprattutto sul fronte del sentiment degli investitori pare deteriorato, ancora, e si aspettano nuovi rovesci, a meno che non arrivino soluzioni sorprendenti sul fronte della riduzione del debito, che a onor del vero, al momento non sembrano all'orizzonte.
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