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Istituzionali sempre più attratti dai bond indicizzati

8/2/2021 | Redazione Private

Un sondaggio condotto da State Street Global Advisors evidenzia l’attesa di un incremento futuro dell’utilizzo degli ETF nell’allocation obbligazionaria e dell’integrazione dei temi ESG nelle strategie


State Street Global Advisors, divisione di asset management di State Street Corporation (NYSE: STT), ha annunciato oggi i risultati di un sondaggio condotto a livello globale che evidenzia il crescente interesse degli investitori istituzionali per le strategie indicizzate obbligazionarie relative a una moltitudine di importanti temi d’investimento, compresi quelli ambientali, sociali e di governance (ESG) che stanno guadagnando una crescente popolarità.

In particolare è emerso che gli exchange-traded fund (ETF) stanno diventando uno degli strumenti preferiti per costruire i portafogli obbligazionari. Il sondaggio ha anche rilevato che gli investitori ritengono che la liquidità e i benefici di price discovery degli ETF obbligazionari siano diventati più interessanti dopo aver assistito alle turbolenze di mercato causate dal Covid-19 nel primo trimestre del 2020.

Secondo il report, dal titolo “Fixed Income: Preparing for the Big Shift”, se da un lato gli investitori istituzionali ritengono che ci sia ancora valore nella gestione attiva dei portafogli obbligazionari, dall’altro per gli approcci attivi cresce la pressione per generare alpha, e gli investitori sono interessati a massimizzare i rendimenti riducendo al minimo sia i costi sia i rischi. I risultati sono stati ottenuti da sondaggio condotto su fondi pensione e fondi sovrani a livello globale, oltre che su asset e wealth manager.

“I risultati della nostra ricerca hanno confermato i trend che abbiamo rilevato di recente tra gli investitori istituzionali”, ha affermato Gaurav Mallik, chief portfolio strategist di State Street Global Advisors. “Per ricercare rendimenti, gli investitori istituzionali stanno modificando i loro portafogli al fine di incorporare il reddito fisso a un costo inferiore, mantenendo l’attenzione su rendimento, liquidità e trasparenza. Come leader nell’indicizzazione e negli ETF, siamo già in prima linea su queste tendenze e ci impegniamo a supportare i clienti nell’affrontare questo cambiamento imminente e nel raggiungimento dei loro obiettivi”.

Il passaggio al reddito fisso indicizzato I risultati del sondaggio confermano che il reddito fisso indicizzato sta offrendo valore elevato, consentendo un accesso a basso costo e trasparente a settori e strumenti utili agli investitori nella costruzione di portafoglio. Gli intervistati confermano che se da un lato la gestione attiva delle strategie obbligazionarie è ancora dominante, dall’altro si assiste a un forte interesse verso l’incremento delle esposizioni indicizzate, fattore che si traduce sia in una sfida sia in un’opportunità per il passaggio all’indicizzazione in un mercato obbligazionario in continua evoluzione:

Per la maggior parte (76%) degli intervistati, meno del 30% del loro portafoglio obbligazionario è attualmente investito in strategie indicizzate. Due terzi (66%) di coloro che hanno preso parte al sondaggio ritengono prioritario un maggiore utilizzo dell’indicizzazione per ottenere esposizioni obbligazionarie più ampie o liquide nei prossimi tre anni. Una percentuale leggermente inferiore (63%) di intervistati considera prioritario incrementare l’utilizzo dell’indicizzazione per esposizioni obbligazionarie meno liquide e non-core nello stesso orizzonte temporale. Più di un terzo del campione prevede di aumentare la propria allocation in ciascuna delle seguenti strategie indicizzate nei prossimi tre anni: high yield (44%), debito sovrano dei mercati sviluppati (37%), debito dei mercati emergenti (36%), obbligazionario globale aggregate /core (35%) e corporate investment grade (35%). 

Gli ETF come componente essenziale degli investimenti obbligazionari

Gli investitori istituzionali prevedono di aumentare l’utilizzo degli ETF nei loro portafogli obbligazionari. Dal report emerge che: Più di due terzi (71%) degli intervistati hanno espresso un forte interesse per l’incremento dell’uso degli ETF all’interno dei loro portafogli obbligazionari globali aggregate/core nei prossimi tre anni. Quasi la metà (48%) di coloro che hanno preso parte al sondaggio intende aumentare l’uso degli ETF nelle esposizioni obbligazionarie non-core nello stesso orizzonte temporale. Inoltre, oltre due terzi (68%) degli intervistati affermano di ritenere prioritario un maggiore utilizzo degli ETF per la costruzione di portafogli obbligazionari per i prossimi tre anni.

Verso la piena integrazione ESG

L’ESG è un tema sempre più diffuso tra gli investitori istituzionali nell’ambito del reddito fisso. Tra i diversi vantaggi, l’ESG è ritenuto un indicatore di qualità attraverso cui valutare le strategie obbligazionarie. In particolare, dal sondaggio è emerso che: Sei intervistati su dieci (61%) affermano di considerare prioritaria l’integrazione dei fattori ESG nei loro portafogli obbligazionari per i prossimi tre anni. La gamma di approcci utilizzata per incorporare i temi ESG nei portafogli obbligazionari è molto ampia, con una predominanza del best-in-class (citato dal 49% del campione) e dell’impact (citato dal 39%), che sono gli approcci impiegati più frequentemente. Più della metà (58%) degli intervistati sostiene che, con ogni probabilità, utilizzerà gli ETF come principale strumento per incrementare l’allocation nelle strategie obbligazionarie ESG nel medesimo orizzonte temporale.

Cina: un mercato emergente sempre più accessibile

A ottobre 2021 i titoli di stato cinesi entreranno a far parte del FTSE World Government Bond Index (WGBI), aprendo agli investitori istituzionali un nuovo importante segmento del mercato del reddito fisso. L’inclusione della Cina in questo indice segnala anche una normalizzazione degli investimenti e delle attività operative, oltre che della liquidità e dei requisiti di hedging.

Più di un quarto (27%) degli intervistati considera attualmente prioritario lo sviluppo di un’esposizione dedicata e autonoma al reddito fisso in Cina nei prossimi tre anni. Non sorprende che gli intervistati appartenenti alle società con masse in gestione più elevate siano maggiormente propensi a sviluppare un’esposizione focalizzata sulla Cina. Gli investitori istituzionali sono più inclini a utilizzare una strategia che combina strumenti attivi/indicizzati per il segmento del debito dei mercati emergenti del loro portafoglio obbligazionario.

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