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9/2/2011 | redazione
William Davies, head of european equities di Threadneedle, sta riducendo le previsioni economiche con un downgrade del Pil della zona euro da 1,9% a 1,7% e da 1,5% a circa il 1,0% nel 2012. Le ragioni principali sono tre. In primo luogo, gli Stati Uniti e le previsioni di crescita economica globale sono stati declassati e questo impatterà sull'Europa. In secondo luogo, il Pil europeo è stato più debole delle previsioni, anche se alcune attenuanti possono essere ricercate nelle conseguenze del terremoto in Giappone.
Infine hanno influito i timori sull'ampliamento degli spread creditizi e l'incertezza sui tempi e dettagli della fine della crisi.
Sul fronte dell'impatto sui guadagni, da due mesi Threadnneedle ha ridotto all'8% gli utili dell' Europe ex-UK sia nel 2011 e che nel 2012, ovviamente il calo delle previsione coincide con un calo delle stime di guadagno. Per la seconda metà del 2011, un impatto significativo è improbabile a meno che non inizino a vedersi i primi write-off, per esempio nel settore finanziario. Per il 2012, invece, un rallentamento globale potrebbe avere un effetto più profondo sui guadagni.
Delineiamo la valutazione del mercato su tre scenari:
-crescita degli utili del 8% per quest'anno e per il prossimo
-crescita del 5% quest'anno e il prossimo piatto,
-crescita del 5% nel 2011 e una caduta del 15% nel 2012
Nel suo insieme l'eurozona non ha gravi problemi di deficit ma alcuni suoi membri si.
L'iperbole che circonda il rallentamento tedesco è esagerata e con un rallentamento dell'area euro gli utili dovranno essere tagliati. Tuttavia, la valutazione attuale del mercato sembra scontare un forte calo degli utili nella regione di oltre il 30%.
William Davies non crede che questo possa accadere a meno che non ci sarà una vera e propria crisi, presumibilmente creata dal crollo della moneta unica o da una recessione globale significativa al contrario del pensiero degli investitori che sono sempre più convinti che una o entrambe queste possibilità si verificheranno.
Davies rimane "buy" su Europe ex-UK equities, pur riconoscendo che valori più elevati possano portare ad una situazione tutt'altro che liscia.
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