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High yield, rendimenti sempre più alti nel 2021

3/18/2021 | Daniele Riosa

Gli esperti di UBP spiegano che “gli spread dei titoli HY non hanno ancora recuperato dai minimi pre-pandemia, il che implica che, se lo facessero, gli investitori godrebbero di guadagni oltre al carry”


Nonostante la pandemia, un aumento dei tassi di insolvenza e l’elevata volatilità, il mercato globale dei titoli ad alto rendimento ha riportato rendimenti positivi nel 2020. Tenendo questo a mente viene spontaneo domandarsi se il mercato high yield avrà una buona performance anche nel 2021.

Philippe Gräub, head of the global & absolute return fixed income team di Union Bancaire Privée e Bernard McGrath, senior investment specialist di Union Bancaire Privée, prevedono che “sebbene con tempi diversi, riteniamo che la distribuzione del vaccino porterà a una ripresa sincronizzata della crescita globale. Ad esempio, gli Stati Uniti e il Regno Unito saranno i primi beneficiari, data la maggior velocità della loro campagna vaccinale; l'UE seguirà subito dopo, non appena verranno superati i limiti al rifornimento dei vaccini. Nel frattempo, in entrambe le regioni stiamo assistendo all’adozione delle misure di stimolo, con i programmi di QE che continuano a pieno regime, mentre la politica fiscale, in particolare dopo l’’Onda blu’ negli Stati Uniti, dovrebbe dare un'altra spinta alla crescita. In Europa, il Recovery Fund garantirà un aiuto fiscale continuo nonostante ci sia stata qualche preoccupazione in merito alla distribuzione e all’uso delle risorse”.

Gli esperti ritengono che “questo contesto macroeconomico sia positivo per i mercati del rischio, in particolare per l’universo dell’alto rendimento. A differenza di altre asset class del reddito fisso, gli spread dei titoli HY non hanno ancora recuperato dai minimi raggiunti prima della pandemia, il che implica che, se lo facessero, gli investitori di questo segmento godrebbero di guadagni oltre al carry. Allo stesso modo, ci aspettiamo che i livelli di default siano contenuti quest'anno dopo l'incremento toccato nel 2020, quando le aziende con bilanci più deboli sono state costrette a dichiarare default rapidamente con l’improvviso shutdown delle economie. Di solito durante le recessioni i tassi di ripresa calano e il 2020 non ha fatto eccezione. Quando le economie riapriranno questi tassi dovrebbero tornare a livelli più vicini agli standard. Con questa purificazione del mercato HY e con un miglioramento delle aspettative sulla ripresa, riteniamo che l’eccessivo numero di default non debba essere motivo di preoccupazione nel 2021”.

“Un'area a cui stiamo prestando particolare attenzione – sottolineano gli analisti - è quella dei tassi d'interesse. In risposta alla crisi e per assicurare che le condizioni finanziarie possano restare favorevoli, le banche centrali globali hanno portato i tassi di interesse ai loro minimi. In effetti, con la graduale riapertura delle economie e la ripresa della crescita, i tassi di interesse hanno iniziato a salire, in particolare nel tratto centrale e finale delle curve dei tassi”.

“Dato il contesto macroeconomico favorevole e le aspettative di un'ulteriore compressione degli spread dei titoli ad alto rendimento, insieme al potenziale di ulteriori aumenti dei tassi d'interesse, al momento preferiamo l'adozione di un approccio ibrido di bassi tassi d'interesse ed esposizione totale al credito per la nostra allocazione nel segmento HY”, concludono Gräub e McGrath.

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