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3/9/2021 | Daniele Riosa
Gli investimenti sostenibili sono sempre più essenziali per gli investitori professionali europei. L’ultima ricerca di iShares sugli investimenti sostenibili, condotta fra marzo e giugno 2020, ha raccolto le opinioni di 400 esperti di costruzione dei portafogli di Regno Unito, Italia, Germania e Svizzera per capire la propensione verso gli investimenti sostenibili e l’indicizzazione sostenibile nel quadro del nuovo paradigma degli investimenti.
La ricerca svolta da Censuswide per conto di iShares si è concentrata esclusivamente sugli investitori professionali (all’interno di società di gestione degli investimenti, banche, società di gestione patrimoniale, compagnie di assicurazioni, aziende, family office) in grado di influenzare le decisioni di investimento delle rispettive società.
Ecco i principali motivi, emersi dall’indagine, per passare agli investimenti sostenibili: per il 37% degli intervistati rappresentano il nuovo standard, per il 36% costituiscono una riduzione del rischio di portafoglio nel lungo periodo, mentre il 26% considera nella scelta le pressioni normative.
Che cosa influenza transizione verso gli investimenti sostenibili dei manager interpellati? Per il 37% la possibilità di fare qualcosa per il futuro, per il 34% la domanda dei clienti, per il 33% le opportunità di rendimento, per il 32% le pressioni sociali e ambientali, mentre il 30% perché spinto dai principi ESG delle società per le quali lavorano.
L’80% degli investitori europei ritiene assolutamente necessario integrare criteri di sostenibilità nel processo di costruzione del portafoglio e il 78% integra già o inizia a integrare criteri di sostenibilità nel processo di costruzione del portafoglio. Venendo al grado di integrazione degli investimenti sostenibili si scopre che per il 36% questa è già avvenuta, per il 42% è allo stato iniziale, per il 13% è prevista, mentre per l'8% non è contemplata.
Ma quali ostacoli incontrano gli investitori che vogliono optare per una maggiore sostenibilità? Ce ne sono soprattutto tre tra quelli indicati dai 400 investitori professionali intervistati: la mancanza di fiducia nei dati e nei punteggi ESG, la scelta del veicolo di investimento più adatto e la scelta del provider di fondi più consono.
A questo proposito Ewa Jackson, strategy and products for sustainable investing di BlackRock, spiega che “l’assenza di quadri di riferimento, definizioni, dati e norme comuni rappresenta un ostacolo agli investimenti sostenibili, poiché ogni gestore di asset dà la propria interpretazione":
L’indicizzazione si presenta come una soluzione naturale per gli investitori che cercano modalità di investimento più sostenibili. L’80% ritiene sia fondamentale per avere un portafoglio più sostenibile. Queste le prime tre ragioni sui motivi per cui gli investitori scelgono l’indicizzazione per gli investimenti sostenibili: il 27% guarda ai vantaggi dei tradizionali fondi indicizzati / ETF, un altro 27% alla semplicità e alla trasparenza offerte dall’indicizzazione, e il 26% alla capacità di selezionare determinati risultati ESG.
Baer Pettit, president and chief operating officer di MSCI, rileva che "per molti nostri colleghi l’integrazione dei principi ESG assume un ruolo sempre più centrale nei processi di investimento. Si tratta di un profondo cambiamento strutturale e siamo orgogliosi di offrire dati, indici e strumenti ESG trasparenti, attendibili e di qualità utili per prendere decisioni di investimento migliori".
Manuela Sperandeo, EMEA head of sustainable indexing, sottolinea che "iShares ritiene che i prodotti indicizzati come gli ETF e i fondi comuni indicizzati avranno un ruolo fondamentale nella transizione verso i portafogli sostenibili, poiché offrono scelta, valore e accesso a tutti gli investitori".
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