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3/1/2021
Il permafrost si sta sciogliendo. La causa sta nell'innalzamento delle temperature globali. Se questo strato di suolo resta congelato a 0°C per almeno due anni consecutivi sembrerebbe interessarci poco non è così per alcune aziende che operano sui territori in cui è presente.
Willem Visser, emerging market corporate credit analyst, spiega che alll'interno di T. Rowe Price "si è intrapreso un processo di valutazione approfondito nel segmento del fixed-income e incorporato questo fattore di rischio ambientale nella nostra tesi di investimento globale per le aziende che sono potenzialmente esposte al disgelo".
L'esperto spiega che: "Lo scioglimento del permafrost non è un fenomeno nuovo in Russia, ma si prevede che accelererà in futuro a causa del persistente aumento delle temperature dagli anni ’70. Per le aziende che operano nelle aree del permafrost i costi di capex probabilmente aumenteranno, dato che gli asset dovranno essere monitorati in modo più costante rispetto al passato. Per esempio, in futuro potrebbero essere necessari e dovranno essere finanziati il controllo della temperatura delle fondamenta, l'isolamento termico e/o i sistemi di raffreddamento. Potrebbero diventare essenziali anche stabilizzatori per la manutenzione delle infrastrutture e azioni correttive per rafforzare gli asset, aggravando ulteriormente i costi per le aziende".
Ma di che tipo di business stiamo parlando e quali sono le aziende più a rischio? "In Russia una parte importante delle attività industriali ha luogo in regioni di permafrost, con quasi 250 miliardi di dollari di asset esposti al rischio di disgelo. In particolare, le attività di upstream nel settore del petrolio e del gas sono a rischio, con una produzione attorno al 90%2 per il gas e al 30% per il petrolio che hanno luogo in aree di permafrost e che potrebbero aver già subito un deterioramento della capacità portante delle fondamenta. Un ulteriore rischio per l’industria del gas è dovuto al fatto che il processamento deve avvenire vicino alla produzione prima che il gas possa essere trasportato. Le aziende con attività di midstram nel segmento oil&gas sono quindi potenzialmente esposte anche al rischio legato al trasporto, che avviene attraverso ferrovie e condutture che attraversano ampie sezioni di permafrost" afferma Visser. E prosegue "Nel settore dei metalli e dell’estrazione invece, il rischio potrebbe verificarsi più probabilmente attraverso una capacità portante instabile, che potrebbe impattare sugli impianti di produzione, sullo stoccaggio o sull'alimentazione elettrica, o come risultato della rottura di una diga di scarico. Gli operatori delle miniere a cielo aperto sono più a rischio rispetto a quelli delle miniere sotterranee perché queste ultime probabilmente operano sotto i livelli di permafrost".
T.Rowe Price promette di monitorare gli effetti dello scioglimento del permafrost sugli asset e sulle aziende, per mitigare possibili impatti negativi e a portare avanti l’attività di engagement con i management delle aziende su questa questione delicata. Inotre per concludere la società dà anche alcuni importanti consigli come quello di localizzare degli asset, osservare lo stato degli stessi nel loro deterioramento e capire qual è la reale capacità delle aziende coinvolte di assorbire maggiori costi di capex.
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