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Senza Pianeta non c’è futuro

2/19/2021 | Redazione Advisor

Neanche per gli investimenti. Per questo gli obiettivi sostenibili che si racchiudono sotto il grande insieme della P di Planet sono centrali per un portafoglio ESG.


All’origine di tutto il clima. Se dovessimo raccontare la storia del legame tra sostenibilità e finanza dovremmo partire dall’ambiente. O meglio dal Pianeta. Delle tre P che oggi caratterizzano gli investimenti ESG - People, Planet, Prosperity - la seconda è sicuramente quella più nota a tutti e quella che meglio si presta a spiegare l’importanza degli investimenti sostenibili e la necessità di agire subito, da tutti i punti di vista. 

Ma cosa si nasconde dietro alla P di Planet? Quali sono le grandi sfide che devono essere affrontate quando si guarda all’ambiente? Quali le possibili soluzioni? E quali, quindi, le reali opportunità in termini di investimenti? Ne abbiamo parlato con i gestori del fondo NN (L) Climate & Environment che subito indicano le quattro grandi “impact opportunities”, come le definiscono gli esperti di NN Investment Partners: “la gestione della risorsa acqua; la scarsità di cibo; la transizione energetica; l’economia circolare”.

 

Gestione delle risorse idriche 

La popolazione mondiale è in forte crescita. E con l’aumento della popolazione aumenta anche la richiesta di acqua. Un trend che sta rendendo l’acqua pulita e fresca un bene sempre più prezioso, ma è anche un bisogno primario per tutti e per l’intero ambiente. Un bene sempre più minacciato dal cambiamento climatico in corso. “Dati alla mano, oggi 2 miliardi di persone vivono in paesi dove l’acqua è a rischio scarsità e si prevede che, da qui al 2030, saranno circa 700 milioni i soggetti che saranno costretti a spostarsi a causa di questa scarsità” spiegano i gestori di NN Investment Partners. Come muoversi, quindi? “Lato investimenti guardiamo con attenzione a quelle aziende che si focalizzano sulla ricerca di una soluzione del problema riducendo, così, gli effetti socio-economici legati alla scarsità di questa risorsa”, rispondono i gestori che si riferiscono a realtà che lavorano per la costruzione di infrastrutture per il trasporto e il trattamento dell’acqua e per una sua gestione più efficiente. 

Un esempio? Xylem, una realtà leader nella fornitura di servizi e strumenti dedicati al trattamento dell’acqua. In particolare, si distingue sul mercato per aver creato dei filtri che permettono di distruggere una serie di contaminanti delle acque potabili particolarmente difficili da trattare. Questa soluzione la rende una realtà capace di rispondere a quattro grandi obiettivi sostenibili dell’ONU: il miglioramento della qualità dell’acqua; l’innovazione dell’industria legata alla risorsa idrica; la costruzione di città sempre più sostenibili; la capacità di contribuire ad un consumo responsabile delle risorse del pianeta.

 

Scarsità di cibo

Un’altra importante sfida per chi guarda alla difesa del pianeta riguarda la scarsità di cibo. “Garantire cibo a sufficienza per l’attuale generazione e per quelle future: è questa una delle sfide più importanti per il Pianeta” spiegano da NN IP. “L’industria alimentare rappresenta il 25% della nostra impronta di carbonio e l’agricoltura utilizza il 70% delle risorse fresche disponibili. Un impatto notevole che si traduce nella produzione di cibo utile per sfamare l’intero pianeta ma che non raggiunge l’intero globo”.

Sono infatti 820 milioni le persone che soffrono la fame o che hanno disturbi di scarsa alimentazione. Mentre sono 2,3 miliardi le persone che risultano sovrappeso. Da qui la necessità di investire in aziende in grado di ridurre questa dispersione di risorse alimentari, come ad esempio, Bakkafrost, realtà che produce salmone di alta qualità nelle Isole Faroe prestando massima attenzione a tutte le fasi di produzione. In particolare, Bakkafrost si impegna a riciclare ogni elemento scartato durante la produzione riducendo in maniera importante anche le emissioni di CO2 e promuovendo, così, una crescita sostenibile, confermando che è possibile produrre cibo senza sprechi e con attenzione al Pianeta.

 

Transizione energetica

Ne abbiamo parlato spesso in queste pagine, ma è importante ricordare quello che è per molti il problema dei problemi: il cambiamento climatico che richiede un forte investimento verso una transizione energetica dell’intero pianeta. Se l’obiettivo è arrivare a zero emissioni nel 2050 non si può più perdere tempo. Come affermò una volta l’ex-Presidente degli USA Barack Obama, “la nostra è la prima generazione che si rende realmente conto del problema climatico, ma è l’ultima che può fare qualcosa”. E quel qualcosa, per il mondo della finanza, si traduce nella ricerca di imprese capaci di ridurre costantemente il consumo di CO2 e di portare il pianeta verso un’energia rinnovabile, ad esempio, aumentando l’utilizzo di veicoli elettrici.
E tra le diverse realtà che, secondo i gestori del fondo NN (L) Climate & Environment ben rappresentano questo impegno verso una transizione energetica spicca Novozymes, un’azienda biotecnologica globale con sede a Bagsværd, fuori Copenaghen, Danimarca. L’obiettivo dell’azienda è la ricerca, lo sviluppo e la produzione di enzimi industriali, microrganismi e ingredienti biofarmaceutici che miglioriamo le prestazioni industriali preservando le risorse del pianeta. “Novozymes si impegna a contribuire a risolvere tre sfide globali: Clima, acqua e produzione e consumo sostenibili” spiegano i gestori di NN IP.

 

Economia circolare

L’umanità produce una grande quantità di sostanze inquinanti per il pianeta. E molti di questi rifiuti non vengono neanche raccolti diventando particolarmente dannosi per la vita del pianeta stesso: solo il 74% dei rifiuti a livello globale è oggetto di raccolta. Una percentuale che scende al 43% se consideriamo solo i paesi emergenti. Un impatto sull’ambiente notevole, ma anche sull’economia mondiale: “L’impatto stimato dell’inquinamento è di circa 5 trilioni di dollari” spiegano da NN IP.

Diventa quindi centrale che le imprese riducano i consumi legati alla produzione e/o che riescano a trasformare gli stessi rifiuti in risorse attraverso una adeguata azione di riciclaggio.

Da qui la forte attenzione da parte degli investitori per aziende come Halma. Si tratta di una realtà inglese che riunisce un gruppo di aziende tecnologiche salvavita. Halma opera in tre grandi aree di mercato: Sicurezza, con l’obiettivo di proteggere la vita mentre le popolazioni crescono e si urbanizzano, e proteggere la sicurezza dei lavoratori; l’Ambiente, con l’intento di migliorare la qualità del cibo e dell’acqua e monitorare l’inquinamento atmosferico; la Salute, cercando di soddisfare la crescente domanda di assistenza sanitaria con l’invecchiamento della popolazione e il cambiamento degli stili di vita.
Tre sfide centrali, non solo per Halma. Per questo i gestori di NN IP, guardando ai grandi obiettivi che si racchiudono dietro alla P di Pianeta non esitano a concludere che il grande ruolo in “qualità di investitori responsabili è quello di avere un approccio olistico nell’analizzare le attività delle singole aziende, valutando la modalità con cui creano valore”. Un valore che non può e non deve più essere prettamente economico. O meglio, senza un valore ambientale o sociale, ottenere un rendimento sarà sempre più difficile.



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