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10/20/2020 | Redazione Advisor
Sembrava che il peggio fosse alle spalle. Le previsioni di lockdown più brevi di quanto si temesse e una risposta politica che ha mostrato miglioramenti nel tempo avevano indotto alcuni analisti – compresi quelli della BCE – a ritoccare in positivo le proiezioni di crescita, ma le prospettive oggi non sono rosee. Da agosto, l’Europa ha visto aumentare nuovamente i contagi (in parte a causa del maggior numero di tamponi), e la situazione potrebbe peggiorare durante l’autunno e l’inverno.
“Finora i governi si sono avvalsi principalmente di misure mirate e di portata locale, anziché ricorrere di nuovo ad ampi lockdown, e questo elemento è cruciale dal punto di vista economico” spiega Bill Papadakis, macro strategist di Banca Lombard Odier. “Ma dato che difficilmente le restrizioni per il Covid verranno allentate a breve termine e che la prima fase di recupero è ormai alle spalle, la crescita del PIL andrà probabilmente a rilento. I recenti dati macro supportano questa opinione: i grafici del PMI, che erano a forma di V da aprile a luglio, si sono appiattiti ad agosto, per poi andare in calo a settembre. In particolare, la divergenza fra il settore manifatturiero, che ha continuato a espandersi ad agosto e settembre, e i servizi, che invece hanno perso terreno, indica che il settore dei servizi con attività ad alto contatto sarà il più vulnerabile in caso di recrudescenza del Covid-19, e inizia già a vedere alcuni effetti negativi”.
La risposta politica finora è stata fondamentale, e continuerà ad esserlo, sottolinea Papadakis. “I mercati del lavoro sono stati protetti da un forte aumento della disoccupazione grazie ai generosi programmi a breve termine, ma passando alla fase successiva, con gli inevitabili cambiamenti nei modelli di business, una prova cruciale sarà la capacità dei mercati del lavoro europei di adattarsi alla necessaria riassegnazione delle risorse. Nel frattempo, l’accordo su un Recovery Fund per l’Eurozona ha dato un segno molto incoraggiante di risposta fiscale comune, ma resta da vedere se sarà possibile implementarlo in tempi rapidi e in modo efficiente”.
“Infine, il nuovo programma di acquisto di attività della BCE ha senz’altro contribuito a stabilizzare i mercati finanziari, a riportare fiducia e a ridurre significativamente il costo del sostegno fiscale, ma probabilmente ci sarà presto bisogno di nuove misure. Tanto le dimensioni del programma (750 miliardi di euro) quanto la sua durata (fino alla fine del 2020) potrebbero dimostrarsi insufficienti. In effetti, per quanto la BCE abbia recentemente innalzato le aspettative di crescita e occupazione, sono stati pochi i cambiamenti apportati alle previsioni per l’inflazione. Trattandosi di un aspetto centrale del suo mandato, fatichiamo a credere che la BCE non intraprenderà nuove azioni” conclude lo strategist.
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