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10/12/2020
Dopo un’estate sorprendentemente favorevole agli asset rischiosi, a settembre è tornata l’incertezza. Secondo Gilles Guibout, gestore del fondo PIR AXA WF Framlington Italy, AXA Investment Managers, è difficile che il mercato possa salire nelle prossime settimane, tra crisi sanitaria, elezioni americane e Brexit, anche se bisogna tenere sempre presente che il rischio di un ribasso è attutito dalla politica di sostegno delle banche centrali.
Il bilancio di settembre degli indici azionari italiani è stato positivo per le small e mid cap grazie al robusto recupero dell’economia, con l’indice Star che ha archiviato un rialzo del 2,6%, mentre il Ftse Italia All Share NT ha annullato tutti i guadagni del mese precedente, lasciando sul terreno il 2,79% (ad agosto era salito del 2,74%). “I settori che hanno maggiormente contribuito al ribasso del mercato sono quelli dei titoli finanziari e dell’energia, che hanno subito un calo di oltre il 9% nel corso del mese. I finanziari sono stati penalizzati dai tassi bassi, e i titoli energetici dalla debolezza del petrolio e dai rischi legati alla transizione energetica. Al contrario, il settore dei consumi discrezionali, generalmente trascurato nelle fasi di avversione al rischio, ha messo a segno un rialzo grazie principalmente al settore automotive. Il titolo FCA ha fatto da traino dopo l’annuncio della finalizzazione dell’operazione di fusione con Peugeot, ma l’intero settore è salito sulla scia delle notizie positive circa il recupero dell’attività economica”.
Cosa dobbiamo aspettarci per questo mese? “Data l’incertezza legata all’evoluzione della crisi sanitaria, alle presidenziali negli Stati Uniti e alla Brexit, fatichiamo a pensare che il mercato possa salire. I livelli attuali delle valutazioni, ampiamente sostenuti dalle politiche monetarie delle banche centrali, non offrono che un potenziale di rialzo limitato e rendono vulnerabili i mercati di fronte a nuovi timori. Dopo avere assistito a un recupero dell’attività durante il terzo trimestre, stimiamo che nel quarto si faranno i conti con un’economia che risente degli effetti della crisi. Insomma, il ritorno alla normalità non sarà qualcosa di immediato. Resta il rischio di un ribasso, ma le politiche monetarie lo riducono”.
“Come sempre, continuiamo più che mai ad essere selettivi nella scelta dei titoli, privilegiando quelle società che offrono reali potenzialità di crescita del fatturato e/o dei margini, unica garanzia della capacità di generare risultati e dividendi sul lungo periodo. Cerchiamo ugualmente di mantenere una buona diversificazione al fine di poter affrontare un eventuale cambio brutale dello scenario economico” conclude Guibout.
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