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Dividendi globali, peggior calo dal 2009

8/24/2020

Il Janus Henderson Global Dividend Index evidenzia una riduzione di 108 miliardi di dollari nel secondo trimestre del 2020


Nel secondo trimestre 2020 i dividendi globali sono diminuiti di un quinto ma l'impatto della pandemia di Covid-19 a livello di aree geografiche e settori è stato estremamente disomogeneo. E’ quanto emerge dall’ultima edizione del Janus Henderson Global Dividend Index (JHGDI), studio a lungo termine sulle tendenze dei dividendi globali.

Come si legge nel report, nel secondo trimestre i dividendi globali sono diminuiti di 108,1 miliardi di dollari, e si sono attestati a 382,2 miliardi. Si tratta del calo peggiore (22,0% complessivo e 19,3% sottostante) dal lancio del JHGDI nel 2009.

 

A livello geografico, utte le regioni hanno riportato un calo delle distribuzioni, fatta eccezione per il Nord America per via della resilienza dei pagamenti in Canada, mentre Unione Europea e Regno Unito sono state le aree più colpite.

A livello settoriale, i dividendi del comparto sanitario e di quello delle comunicazioni hanno resistito meglio ai tagli, mentre le distribuzioni nel settore finanziario e dei beni voluttuari sono scese bruscamente.

L’indice dei dividendi globali è così sceso a 182, 2, un livello che non si vedeva dal secondo trimestre del 2018, e gli analisti di Janus Henderson si attendono che il calo proseguirà ancora nel corso dell’anno. Le attese attuali sono di una flessione complessiva dei dividendi globali del 17% (che si attesterebbero a 1.180 miliardi di dollari) nello scenario migliore, che corrisponde a un ribasso del 19% su base sottostante, mentre nello scenario peggiore potremmo assistere a una contrazione delle distribuzioni del 23% in totale, a 1.100 miliardi, equivalente a un calo sottostante del 25%.

 

Jane Shoemake, direttore degli investimenti, global equity income ha dichiarato: “La maggior parte delle aziende europee effettua distribuzioni solo una volta all'anno nel secondo trimestre, quindi la cancellazione di un dividendo ha un impatto molto consistente sul totale annuo; d’altro canto nel 2021 si assisterà a un rimbalzo in Europa. Quanto al Regno Unito, la ripresa sarà di minore entità poiché diverse società, non da ultimo i giganti petroliferi Shell e BP, hanno colto l'occasione per rivedere al ribasso i rispettivi pagamenti di dividendi in modo permanente”.

 

“È in questi casi che si apprezzano i vantaggi di un approccio diversificato a livello globale all’income investing” ha spiegato ancora Shoemake. “In alcuni casi le distribuzioni sono state solo posticipate. Già ora determinate società stanno ipristinando i dividendi, nonostante un ampio margine di incertezza. In certi casi i dividendi rinviati saranno distribuiti in toto, in altri i pagamenti saranno inferiori e non mancheranno cancellazioni definitive. Resta da vedere cosa accadrà negli Stati Uniti e in Canada nel quarto trimestre, quando le società stabiliscono il dividendo annuale. I segnali registrati sinora lasciano presagire che in Nord America i tagli saranno meno marcati rispetto a Unione Europea, Regno Unito e Australia, dati i payout ratio contenuti e la capacità delle società di assorbire gran parte dello shock tramite la riduzione dei riacquisti di azioni proprie. Riteniamo tuttora che il Giappone, l'Asia e alcuni mercati emergenti saranno meno colpiti, ma non escludiamo una reazione ritardata che frenerà la crescita nel 2021”.

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