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5/18/2020 | Redazione Advisor
Negli ultimi anni, il FinTech è stato protagonista di enormi attività di M&A, soprattutto tra società dei pagamenti. Lo scorso anno, ad esempio, abbiamo assistito a tre mega fusioni tra aziende statunitensi specializzate in servizi di pagamento, oggi di dimensioni decisamente maggiori e più redditizie delle controparti europee. L’epidemia di Covid-19 ha fortemente rallentato l’attività di M&A nel settore, ma secondo Patrick Lemmens, portfolio manager Global FinTech Equities di Robeco, i catalizzatori strutturali del processo di consolidamento (tra cui il bisogno di molte aziende FinTech di aumentare le proprie dimensioni e di acquisire nuove capacità) sono rimasti invariati.
“In termini di fusioni e acquisizioni, il 2019 è stato un anno record per tutto il FinTech (non solo per il comparto dei pagamenti), anche sul fronte degli investimenti complessivi nel settore. Nel mondo, il valore delle attività di M&A globali è salito da 91 miliardi di dollari nel 2018 a un record di 97,3 miliardi nel 2019, nonostante il drastico calo del numero di operazioni concluse (da 622 a 426, secondo quanto riportato dalla società di revisione e consulenza fiscale KPMG)” spiega Lemmens.
“Inoltre, non è da escludere che la prossima ondata di M&A abbia luogo in Europa, dove la Direttiva europea sui pagamenti (PSD2), entrata in vigore lo scorso anno, apre i mercati interni locali a consolidamenti tra stati membri. Ciò comporterà operazioni transfrontaliere, con la probabile partecipazione di banche che sono anche proprietarie dei sistemi di pagamento coinvolti” sottolinea l’esperto di Robeco.
“Fusioni e acquisizioni torneranno alla ribalta anche in altri segmenti del FinTech, come i prestiti peer-to-peer e la cybersicurezza. Nel frattempo, operatori cinesi della tecnologia come Ant Financial o Alibaba cercano di espandersi oltreoceano attraverso acquisizioni, joint-venture e partnership, visto che le autorità locali rendono estremamente difficile l’ingresso in paesi quali India, Indonesia e Vietnam”.
“Naturalmente, le restrizioni imposte sui viaggi, tanto domestici quanto internazionali, e le misure adottate da numerose aziende per far lavorare da casa i propri dipendenti in risposta all'emergenza Covid-19 potrebbero, nel breve termine, ostacolare la stesura di nuovi accordi e rallentare la conclusione delle acquisizioni già pianificate. Eppure, con il passare del tempo, la capacità di trovare metodi più innovativi per raggiungere gli obiettivi aziendali - anche in termini di M&A - potrebbe stupire gli investitori. Pertanto restiamo relativamente ottimisti, soprattutto quando le transazioni coinvolgono grandi aziende ricche di liquidità, disposte a spendere diversi miliardi di dollari per acquisire nuove capacità a livello di portafoglio. Per accordi di maggiore portata basati sullo scambio di titoli in difficoltà, potrebbero rendersi necessarie migliori prospettive di ripresa finanziaria ed economica” conclude Lemmens.
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