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3/17/2020
Come stanno reagendo i mercati emergenti in questa fase di turbolenza dovuta all’emergenza sanitaria globale e aggravata dalla guerra sui prezzi del petrolio scatenata da Arabia Saudita e Russia? Cercando di guardare oltre l’emotività e le paure, quali possono essere le opportunità per gli investitori nell’ambito dell’equity emergente?
Secondo Charles Knudsen, portfolio specialist, EM equities di T. Rowe Price, in un’ottica di lungo termine le occasioni non mancano. “Molte economie emergenti si erano affacciate al 2020 con condizioni macroeconomiche in miglioramento. Le banche centrali emergenti sono state più disciplinate con le proprie politiche monetarie, il che ha aiutato a rallentare l’inflazione. Ciò ha contribuito a ridurre la volatilità economica e a dare agli istituti centrali più spazio per rispondere alle crisi. Man mano che molti Paesi in via di sviluppo si spostano dalla manifattura ai consumi interni, i consumi continueranno a essere una forza potente e ciò dovrebbe continuare a sostenere una crescita solida in diverse industrie e società, incluse il retail, il comparto bancario, la tecnologia e internet”.
Per quanto riguarda l’asset allocation, in questa fase T.Rowe Price è sottopesato sui settori più ciclici, come l’energia, i materiali e gli industrial/servizi di business. “La nostra esposizione ai consumi avviene tramite società di beni primari a crescita costante, come gli alimentari e le farmacie” prosegue Knudsen. “Sovrappesiamo anche il settore dei finanziari, dove deteniamo un mix eterogeneo di banche, compagnie assicurative e società fintech di qualità elevata, localizzate in diversi Paesi. Sebbene deteniamo anche alcune banche di Russia e Medio Oriente, regioni dove il crollo del petrolio sta minacciando l’economia, siamo convinti che tali società sapranno superare con successo questa fase sfidante”.
Fabiana Fedeli, global head of fundamental equities di Robeco, sottolinea come in questa fase di esplosione della volatilità, gli emergenti abbiano dato finora una prova di grande tenuta. “Dal punto di vista regionale, i mercati azionari hanno dato prova di un comportamento alquanto differente rispetto ai mercati obbligazionari” spiega Fedeli. “È interessante notare che, rispetto al fixed income, le regioni si comportano in modo diverso. Il mercato più performante è stato in realtà la Cina, il mercato più grande, e questo è dipeso dalla capacità che il governo cinese ha avuto di controllare il coronavirus e di riprendere gradualmente l'attività economica nel Paese. Un altro mercato emergente che ha fatto molto bene è stato quello della Corea, che è stata in grado di superare il picco del coronavirus. Ci aspettiamo una maggiore volatilità, ma sembra che i mercati emergenti continueranno a superare il ribasso almeno con la stessa agilità di alcuni dei mercati sviluppati”.
Nell'ambito della gestione delle strategie, la strategist di Robeco evidenzia come in questa fase ci sia un’elevata correlazione tra le azioni in perdita, aumentata anche a causa dell’elevata percentuale di investimenti passivi presenti sul mercato, per cui è fondamentale un approccio di stock picking. La Fedeli conclude che, per quanto sia difficile prevedere quanto a lungo questa crisi durerà, e che quindi potremmo essere ancora all’inizio, “dato che questo sell-off è stato così profondo e così brusco, stiamo iniziando a intravedere alcune ottime opportunità”.
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