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3/12/2020 | Lorenza Roma
Ogni anno il team di economisti e quello di multi-asset di Schroders uniscono le forze per elaborare le previsioni a 30 anni dei rendimenti in varie asset class. In precedenza, tali stime non prendevano in considerazione la questione del cambiamento climatico, e quindi non incorporavano i costi associati al riscaldamento globale. Quest’anno per la prima volta gli economist hanno integrato questo fattore, che evidenzia ancora di più l’importanza di un approccio attivo. L'analisi di Craig Botham, emerging markets economist e Irene Lauro, economist di Schroders sull’impatto a lungo termine del cambiamento climatico sui rendimenti.
Per calcolare l’impatto economico del cambiamento climatico gli economist di Schroders hanno diviso il lavoro in 3 fasi. In primo luogo si siamo focalizzati sui "costi fisici", ovvero l’impatto sull’output economico. In secondo luogo hanno considerato l’impatto degli sforzi intrapresi per mitigare l’aumento delle temperature, o “costo di transizione”. Infine, hanno incluso gli effetti degli “asset dimenticati”, concentrandoci quindi sulle perdite legate all’esclusione di forme di energia legate a petrolio o carbone.
Come per la produttività economica, anche le previsioni sui rendimenti mostrano che i paesi più caldi sono destinati a subire conseguenze più negative in un mondo più caldo, mentre i paesi più freddi vedranno rendimenti più elevati. Secondo le previsioni degli esperti a 30 anni, il paese che subirà l’impatto maggiore a causa del cambiamento climatico sarà l’India, sia per gli effetti sulla produttività che per i potenziali ampi costi legati alle emissioni di carbonio. Tra gli altri mercati che vedranno effetti importanti troviamo Singapore e Australia. Al contrario invece, secondo l'analisi degli esperti, in Svizzera, Canada e Regno Unito il cambiamento climatico porterà a una crescita dei rendimenti per i mercati azionari domestici. Tuttavia, ciò non significa che questi paesi non dovrebbero fare niente per ostacolare il cambiamento climatico. Anche se le prospettive a 30 anni sono positive, su un orizzonte più lungo le temperature aumenteranno ulteriormente e le perdite economiche saranno più diffuse.
Per concludere, ciò che succederà sui mercati azionari si rifletterà anche su quelli obbligazionari. Secondo Botham e Lauro vedremo quindi i titoli di Stato di Canada e Regno Unito tra i principali beneficiari di tali cambiamenti. Anche i corporate bond e le obbligazioni inflation-linked britannici ne beneficeranno. I titoli di Stato di Singapore, Australia e Asia subiranno invece un impatto particolarmente negativo.
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