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USA: la crescita continua, arranca l’Eurozona

1/27/2020 | Daniele Riosa

Botte di Ostrum AM: “Negli Stati Uniti la crescita del PIL sarà del 2,3% annuo tra ottobre e dicembre, con un notevole contributo positivo del commercio estero fino a novembre”


Axel Botte, strategist di Ostrum Asset Management, snocciola alcuni dati interessanti sullo stato di salute dell’economia statunitense: “Nell'ultimo trimestre del 2019 – rileva - è cresciuta poco al di sopra del 2% su base annua. I consumi delle famiglie sono in fase di decelerazione, ma continuano a essere il principale driver di crescita negli Stati Uniti. La spesa per beni e servizi è cresciuta a un ritmo del 2,5% su base annua nell’ultimo trimestre dell’anno scorso. Gli investimenti delle imprese sono più incerti e potrebbero essere in calo di circa il 2%, mentre gli investimenti nelle strutture sono probabilmente diminuiti di un ulteriore 10%”.

Il mercato del lavoro è solido, “nonostante alcuni segnali di rallentamento nei salari orari (+2,9% annuo). La disoccupazione è invariata e le misure di “sottoccupazione” sono ulteriormente migliorate, raggiungendo il 6,7%, con una crescita di 145 mila posti di lavoro lo scorso mese scorso. Nonostante la contrazione del settore manifatturiero segnalata nell'indagine ISM, l'occupazione nel settore manifatturiero rimane ben posizionata con 240 mila nuovi posti di lavoro dall'inizio della fase delle tensioni commerciali nella primavera del 2018”.

“Il protezionismo di Trump – sottolinea l’esperto - ha comunque avuto un costo opportunità (in termini di posti di lavoro che non sono stati creati nel settore manifatturiero) stimato nell'1,5% del totale dei salari del settore manifatturiero secondo i dati della Fed, ma è abbastanza chiaro che la decade è stata molto più favorevole rispetto al decennio precedente, colpito da due profonde recessioni e da fenomeni legati a globalizzazione e delocalizzazione. L'attività nel settore dei servizi è solida (ISM a 55 anni a dicembre). Prevediamo quindi una crescita del PIL del 2,3% annuo tra ottobre e dicembre, con un notevole contributo positivo del commercio estero fino a novembre”.

“L'economia dell'area euro è meno solida. Le previsioni per il Pil francese del 4° trimestre del 2019 sono scarse (0,2% annuo). Le indagini sono stabili con PMI composite leggermente superiore a 50, nonostante un discreto miglioramento dei servizi. L'inflazione nell'area euro è salita all'1,3% su base annuale a dicembre grazie all'accelerazione nel settore dell'energia e dei servizi (1,8% su base annua)”, conclude Botte.

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