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I bazooka delle banche centrali non sparano a vuoto

10/21/2019 | Daniele Riosa

Schmidt (T. Rowe Price): “Penso che l’attuale fase di allentamento delle politiche monetarie possa offrire un sostegno molto più efficace di quanto non ritengano i più scettici”


C’è attualmente molto scetticismo nei confronti delle banche centrali e della loro capacità di influenzare la crescita globale. Un numero crescente di osservatori è convinto che i tagli dei tassi non siano più efficaci e che gli istituti centrali siano diventati impotenti. Nikolaj Schmidt, chief international economist di T. Rowe Price, “non è d’accordo con questa visione”.

Per quale ragione? “Innanzitutto, è fondamentale analizzare il contesto. Per oltre un decennio la crescita globale è stata ostacolata da varie forme di deleveraging, vale a dire, una riduzione del ritmo di crescita del credito a un livello in linea con quello del Pil nominale, non una riduzione del livello complessivo di indebitamento. Il deleveraging ha avuto luogo in quattro ‘ondate’, che hanno posto freni significativi all’economia mondiale ultimi undici anni: la crisi finanziaria globale, la crisi dell’Eurozona, il taper tantrum, che ha colpito principalmente i Paesi Emergenti, ad esclusione della Cina – e l’attuale sforzo cinese di riduzione dell’indebitamento. Ad oggi, non c’è stato alcun ri-indebitamento dell’economia reale abbastanza sostanzioso da controbilanciare questa situazione”. 

“Inoltre – prosegue l’esperto - negli ultimi anni l’economia globale ha dovuto affrontare una serie di shock che hanno generato incertezza. Brexit, l’ascesa del populismo e le guerre commerciali sono tutti eventi che hanno reso più difficile per consumatori e imprese fare previsioni affidabili sul futuro, con la conseguenza di una riduzione del capex. A fronte di fattori così sfavorevoli non dovrebbe sorprendere che i tagli dei tassi attuati dalle banche centrali abbiano avuto un impatto minore sulla crescita rispetto a quanto ci si sarebbe potuti aspettare. Ciò quindi non significa che i tagli siano diventati intrinsecamente meno efficaci; piuttosto, tali misure appaiono meno incisive rispetto al passato per via del contesto nel quale intervengono”.

“Sono dunque convinto che i tagli dei tassi possano ancora avere un impatto reale e che l’attuale fase di allentamento delle politiche monetarie possa offrire un sostegno molto più efficace di quanto non ritengano i più scettici. A patto che non si verifichino altri shock in grado di alimentare le incertezze, la crescita pare vicina ad un punto di flesso, in cui le condizioni finanziarie più espansive inizieranno ad avere effetto innescando un aumento delle spese in beni durevoli e del capex. Ciò dovrebbe tenere a bada la recessione ancora per un po’ – potenzialmente anche per altri tre anni”, conclude Schmidt.

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