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L'attenzione per il secondo semestre sarà per gli USA

7/29/2011 | marco.gementi

A volte la gente si concentra troppo sul dettaglio da non vedere l’elefante sullo sfondo. Nel nostro caso, l’elefante rappresenta metaforicamente...


Riportiamo il commento di Pierre Lequeux, Head of Currency Management in Aviva Investors, sui problemi che pesano sull'economia del nuovo continente, la questione del tetto del debito e di una possibile svalutazione del dollaro.

 

Gli Stati Uniti: l’elefante sullo sfondo

A volte la gente si concentra troppo sul dettaglio da non vedere l’elefante sullo sfondo. Nel nostro caso, l’elefante rappresenta metaforicamente gli Stati Uniti. Il fatto che il mercato focalizzi tutta l’attenzione sulla crisi dell’Eurozona dimostra infatti che si sta trascurando la difficile situazione in cui versano gli Stati Uniti e il possibile collasso del biglietto verde che seguirebbe. Sulla situazione in cui versa l’Europa non c’è niente di nuovo ed è stato fatto un grande sforzo per trovare una soluzione praticabile che rispetti la stretta tempistica imposta dalla crisi del debito. A mio avviso, fino ad ora l’approccio è stato pragmatico e costruttivo.

 

I problemi che pesano sull’economia statunitense

L’agitazione sui mercati europei sta distogliendo l’attenzione dalle prove che devono affrontare gli Stati Uniti e anche le previsioni sul dollaro sono poco rassicuranti. Le questioni che devono essere affrontate sono l’alto livello del debito, la crescita lenta e un’economia che stenta a riprendersi, nonostante la grande quantità di liquidità immessa nel sistema. È quindi difficile che la situazione degli Stati Uniti possa migliorare a breve. Lo stimolo fiscale ha aumentato la pressione sulla posizione debitoria degli Stati Uniti con il deficit di bilancio ora vicino al 9% del PIL mentre il debito pubblico è quasi all’85% del PIL. Anche se si continua a tagliare la spesa pubblica, i consumatori continuano ad essere in difficoltà e il sentiment rimane pessimista. Lo dimostra il crollo dei consumi dell’ultimo trimestre. Il clima di sfiducia sta influenzando anche la corporate America. Una grande quantità di liquidità è stata accumulata nei bilanci anziché essere utilizzata e impiegata per creare posti di lavoro e stimolare così i consumi. Lo scenario occupazionale rimane quindi deludente; Bernanke stesso ha ammesso che la ripresa dell’occupazione è “molto lenta”. Data la situazione di debito e le misure fiscali richieste per ritornare a livelli sostenibili, è difficile che i dati sull’occupazione possano migliorare.

 

Il tetto del debito: un problema qualsiasi sia il risultato

E’ in corso anche il dibattito sul tetto del debito. I democratici sono in trattative per tagliare il debito da 1 a 4 trilioni di dollari nei prossimi 10-12 anni al fine di vincere le resistenze dei repubblicani e alzare il limite del debito federale. Senza un innalzamento , il Tesoro USA non sarebbe in grado di pagare dei debiti che scadono il 2 di agosto. Le trattative, alle quali molti repubblicani non hanno nemmeno partecipato, non hanno portato fin’ora a nessun esito. I democratici insistono sull’innalzamento delle tasse per preservare i benefici del governo, mentre i repubblicani richiedono tagli nelle spese. Qualsiasi decisione venga presa per risolvere il deficit di bilancio, avrà un effetto negativo sia sulla crescita sia sul sentiment. L’economia ne sarà impattata negativamente in un momento in cui avrebbe invece bisogno di stimoli.

 

Un’ulteriore svalutazione del dollaro è alle porte

Credo che un’ulteriore svalutazione del dollaro USA si verificherà presto. L’attenzione sull’Europa svanirà lentamente nel corso della seconda parte dell’anno, e tornerà a concentrarsi sugli Stati Uniti. Ci sono rischi nel breve termine che potrebbero spingere in alto le quotazioni del biglietto verde, come la fine del QE2 che dovrebbe diminuire i livelli di liquidità e sostenere il dollaro, ma anche indebolire ulteriormente l’economia. C’è anche la possibilità di un rimpatrio degli utili dalle società americane, agevolate da una nuova normativa, l’Homeland Investment Act. Tuttavia, questo non dovrebbe avere un effetto duraturo sul dollaro e dovrebbe generare il cosiddetto “rimbalzo del gatto morto”.  

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