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La BCE taglia i tassi e rilancia il QE. I commenti dei gestori

9/12/2019 | Daniele Riosa

Deciso il riavvio degli acquisti di titoli, a partire da novembre, per 20 miliardi di euro al mese e finché sarà necessario


L’atteso Consiglio della Banca centrale europea ha deliberato il taglio dei tassi sui depositi di 10 punti base (al -0,5%) e il riavvio del quantitative easing: ovvero gli acquisti di titoli da parte dell'Istituto di Francoforte, a partire da novembre, per 20 miliardi di euro al mese e finché sarà necessario.

Il presidente della Bce Mario Draghi ha così spiegato le decisioni prese: "Le informazioni in arrivo indicano una debolezza dell'economia dell'Eurozona più protratta, importanti rischi al ribasso e un'inflazione debole". 

Per Silvia Dall’Angelo, senior economist, Hermes investment Management, “con l'avvicinarsi della conclusione del mandato di Draghi a fine ottobre, la Bce è riuscita a sorprendere il mercato con un nuovo pacchetto aggressivo di misure di alleggerimento, giustificato dal recente indebolimento delle prospettive di crescita e di inflazione. Il nuovo pacchetto di misure di alleggerimento, oltre a comprendere una lieve riduzione dei tassi sui depositi, un rafforzamento della forward guidance e condizioni più accomodanti per il programma di liquidità TLTRO-III, include un nuovo programma di QE aperto di 20 miliardi di euro al mese a partire da novembre. Mentre il volume mensile degli acquisti netti è contenuto rispetto ai precedenti round di QE, la natura aperta del nuovo programma lo rende abbastanza efficace".

Inoltre,"la creazione di un sistema two-tier per la remunerazione di riserva significa che i tassi possano essere ulteriormente ridotti, in modo che il pacchetto possa essere facilmente esteso, se necessario, e che tutti gli elementi che si rafforzano reciprocamente possano essere resi ancora più solidi”.

David Zahn, responsabile Fixed Income europeo di Franklin Templeton, prevede che “il programma di acquisto di asset sarà principalmente incentrato sui titoli di Stato, ma probabilmente con maggiore attenzione alle obbligazioni societarie rispetto al passato. L'introduzione del tiering riduce efficacemente gli addebiti che le banche pagano sui loro deposti presso la Bce, per aiutare il sistema bancario. Segnala inoltre al mercato che i tassi rimarranno probabilmente bassi per un lungo periodo.

Con il mandato di Draghi che terminerà dopo l'incontro di ottobre, “ci sono state alcune speculazioni sull'influenza dei suoi commenti e su quanto avrebbe potuto fare in termini di vincoli della futura presidente della Bce Christine Lagarde in una politica stabilita, ma ha preparato le basi per continuare lo stimolo da parte della Bce. I mercati ora seguiranno attentamente ciò che dirà Christine Lagarde che potrebbe avere ulteriore influenza. Riteniamo che queste politiche dovrebbero continuare a sostenere i mercati dei titoli di Stato europei mantenendo bassi i rendimenti per il prossimo futuro”.

Aaron Anderson, senior vice president of research, Fisher investments, rileva che “sarebbe certamente un errore per la Bce varare un grande cambiamento di direzione, con i dubbi crescenti dei banchieri europei sui piani di Draghi, dato che il 1 novembre entra il nuovo leader della BCE. Il meeting di oggi dà il tono per Christine Lagarde, sarebbe quasi impossibile per lei ribaltare la direzione, senza confondere e spaventare gli investitori. Christine Lagarde avrà l’opportunità di indicare la traiettoria della sua politica monetaria nelle prossime riunioni”.

Secondo Paul Diggle, senior economist di Aberdeen Standard Investments, occorrono ancora dei tagli dei tassi più marcati: “La Bce - argomenta l’esperto - ha annunciato oggi un ampio pacchetto di stimolo, soprattutto se si tiene conto della natura aperta del programma di acquisto di asset. Lo stimolo monetario è una delle principali ragioni per cui le nostre previsioni economiche per la zona euro sono caratterizzate da tassi di crescita bassi, ma non negativi. Tuttavia, riteniamo ancora che la BCE dovrà fare di più in futuro, anche attraverso tagli ancora più marcati dei tassi di interesse".

Nick Chatters, investment manager di Kames Capital, mette il luce come “Il vero punto di interesse sia la guidance. La Banca centrale europea si è impegnata a mantenere i tassi ai livelli attuali, o addirittura più bassi, e a riprendere il programma di acquisti finché le prospettive sull’inflazione non convergeranno e si stabilizzeranno in prossimità, ma al di sotto, del target del 2%. L’inflazione sottostante è il parametro che dovrebbe convergere verso il target. Questa però al momento è allo 0,9%. Ci sarà da comprare un bel po’ prima di risalire al 2%".

Draghi “ha accennato alla possibilità di eliminare i limiti di acquisto, come la soglia del 33% per emissione obbligazionaria, ma la cosa non è ancora stata discussa. Il mercato ha giudicato questa posizione troppo poco colomba rispetto alle attese, ma rimane da chiedersi se le aspettative siano consistenti. La Bce smetterà di comprare una volta raggiunti i limiti e ammetterà il fallimento? E’ più probabile a mio parere che Draghi abbia lasciato la questione sul tavolo del nuovo presidente Christine Lagarde”.

Tim Graf, responsabile macro strategy per l’area EMEA di State Street, ha così commentato: “Draghi ha proposto un pacchetto di misure di allentamento monetario per soddisfare anche coloro che erano più affamati di stimoli fiscali, assicurando ai mercati che il ritorno dell’inflazione verso il target rappresenta la massima priorità. Draghi ha anche posto le basi per un cammino accomodante, dal quale il suo successore Christine Lagarde potrà partire quando inizierà il suo mandato a novembre.

"A questo punto - conclude Graf - è difficile che i prossimi sei mesi siano caratterizzati da innovazioni in ambito di politica monetaria, ma verosimilmente ciò non spingerà gli investimenti nell’euro né il sell-off nei titoli di stato europei. In un contesto politico così accomodante, è molto probabile che i recenti trend al ribasso registrati dalla valuta e dai rendimenti continuino”.


Andrew Wilson, ceo per l’area EMEA e global head of fixed income di Goldman Sachs Asset Management (“GSAM”), volge lo sguardo al futuro: “Guardando avanti, pensiamo che l'introduzione di un sistema a due livelli (tiering) per le riserve bancarie soggette a un tasso negativo di deposito possa consentire altre riduzioni dei tassi nel caso in cui l'inflazione, e soprattutto le aspettative di inflazione, rimangano basse. Infatti, il presidente uscente Mario Draghi ha sottolineato che un “riancoraggio” inferiore delle aspettative di inflazione a livelli non coerenti con il target di inflazione delle banche centrali ha ispirato il pacchetto di easing di oggi. Detto questo, Draghi ha chiarito che i policymaker non hanno considerato la possibilità di un disancoraggio delle prospettive di inflazione”.

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