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3/28/2018
La Fed rialza i tassi, come da attese, ma questo non è bastato per spostare l'attenzione dalle decisioni prese in fatto di politica commerciale dal Presidente Trump.
Nel frattempo il Board of Governors, fiducioso nei confronti delle prospettive di crescita, ha rivisto le sue previsioni mediane al rialzo per il 2018 e il 2019 senza modificare però le anticipazioni sull’inflazione. La Fed continua a prevedere 3 aumenti dei tassi quest’anno (anche se ormai 7 membri del FOMC, contro 4 a dicembre, anticipano 4 rialzi), alimentando in questo modo l’impressione di prudenza caratteristica di questo primo appuntamento dell’era Powell.
Per ora sul fronte dazi, analizza Olivier De Berranger, chief investment officer di La Financière de l’Echiquier, quello che è certo è un decreto che allude a misure «punitive» nei confronti delle importazioni cinesi per $60 miliardi costituisce soprattutto, stando al Ministro del Commercio Wilbur Ross, il preludio all’avvio dei negoziati. Benché la lista dei prodotti coinvolti non sia ancora stata resa nota ma sarà pubblicata nei prossimi 15 giorni, i settori tecnologici e delle telecomunicazioni potrebbero essere colpiti in maniera significativa. Per finire, l’amministrazione Trump ha fatto sapere che gli Stati Uniti potrebbero sporgere denuncia presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio per presunte violazioni del diritto internazionale del commercio, cui ha risposto l’ambasciatore cinese presso l’OMC segnalando che anche la Cina potrebbe denunciare il progetto di tassazione ipotizzato da Trump.
Se anche questo provvedimento porterà a un nulla di fatto come come altre episodi in cui il Trump ha fatto la voce grossa, per adesso non è dato saperlo, di sicuro c'è che per il momento i mercati continueranno a temere le azioni sconsiderate del Presidente americano.
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