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3/15/2018 | Greta Bisello
L'oro fa registrare una flessione alla fine della scorsa settimana dopo l'annuncio da parte del Presidente Trump dell'esenzione per Canada e Messico dai dazi su acciaio e alluminio annunciati pochi giorni prima, questo se entrambi i Paesi saranno pronti a rinegoziare sugli accordi NAFTA.
Dal canto suo il dollaro si è rafforzato in seguito alla notizia che il presidente nordcoreano Kim Jong Un e Donald Trump potrebbero incontrarsi entro maggio e che il primo ha promesso di sospendere i test nucleari e missilistici.
Non solo geopolitica, sull'oro, prosegue l'analisi Névine Pollini, senior commodity analyst di Union Bancaire Privée, ha influito l'ultima riunione della BCE. Nonostante tassi e QE invariati, la forward guidance sul programma di acquisto di titoli è stata eliminata ("...è pronto ad aumentare il programma di acquisto di asset in termini di dimensioni e/o durata, se necessario”). Mario Draghi però prosegue su una linea di prudenza, dichiarando che avrebbe monitorato l'andamento dell'euro, ad esempio nel caso di un rafforzamento della valuta comune, che modificherebbe in modo significativo il suo scenario inflazionistico; la forward guidance sui tassi cambierebbe quindi di conseguenza.
Attualmente, sul metallo giallo hanno pesato l'aumento delle aspettative di un rialzo dei tassi d'interesse statunitensi e dei rendimenti obbligazionari, che a fine febbraio hanno raggiunto i massimi quadriennali.
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