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2/23/2018
Aumenta la volatilità e gli investitori si mettono al riparo dai fondi obbligazionari e iniziano i deflussi.
Questo movimento avviene in un momenti in cui c'è più valore sul mercato rispetto l'ultimo periodo. Da inizio anno il rendimento dei titoli americani è salito di oltre 50 punti base, in maniera simile il Gilt e il Bund.
Nel mercato high yield è avvenuto un repricing e al momento il mercato americano rende 100 punti base in più rispetto gennaio.
I rendimenti, come analizza Chris Iggo, cio obbligazionario, AXA Investment Managers, dipenderanno molto dalla strategia che la Fed deciderà di attuare. La rapidità con cui la banca americana alzerà i tassi deciderà se il rendimento a 10 anni negli Stati Uniti si attesterà sul 4% o sul 2%.
Il consenso recita che Powell rialzerà di 100 punti base quest'anno e la curva dei rendimenti si appiattirà e i rendimenti si attesteranno vicino al 3,5%.
Nonostante il reddito fisso nei mercati emergenti abbia registrato un incremento di volatilità Iggo continua a essere sostenitore di questa asset class per via del livello generalmente più elevato dei rendimenti disponibili, delle opportunità di diversificazione tra Paesi e regioni, settori ed emittenti, oltre che del miglioramento della situazione macroeconomica e politica in buona parte dei questi mercati.
Il fatto che il dollaro resti abbastanza debole mentre i prezzi delle materie prime siano alti favorisce i mercati emergenti, così come le dinamiche tendenzialmente positive degli scambi commerciali globali. Il repricing del mercato obbligazionario crea qualche buona opportunità.
Un mercato che ha beneficiato delle notizie positive è il Sud Africa con le dimissioni di Jacob Zuma. Sia il rand sudafricano che il mercato obbligazionario locale si sono rafforzati nelle ultime settimane in previsione delle dimissioni di Zuma e in vista di uno scenario politico più costruttivo nel Paese.
Per le economie sviluppate ed emergenti, le prospettive di crescita restano piuttosto positive per quest’anno. Molti economisti hanno rivisto al rialzo le loro stime sul Pil USA sulla scorta del recente accordo sui fondi federali. L’amministrazione Trump vuole incrementare anche la spesa per infrastrutture, finanziandola in parte attraverso un aumento delle imposte sulla benzina. È iniziata la reflazione di Trump.
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