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12/14/2017 | Greta Bisello
L’ultimo atto della Yellen è un rialzo dei tassi che era nell’aria da tempo. Il 2018 con a capo Jerome Powell prevederà altri 3 rialzi, come reagirà il mercato? Nel commento degli esperti della divisione di State Street Global Advisors.
Secondo Lee Ferridge, responsabile multi-asset strategy per il Nord America di State Street Global Markets, la decisione della Fed non smuove i mercati che avevano già previsto il rialzo con una probabilità del 98%. La banca centrale si dice fiduciosa per il 2018 di riuscire a rialzare nuovamente i tassi alla luce dell’inflazione salariale che dovrà necessariamente materializzarsi a breve visto il tasso di disoccupazione decisamente basso.
Anche secondo Sophia Ferguson, senior portfolio manager per l’active fixed income and currency la decisione del FOMC ha destato poca sorpresa e il rialzo a 1,5% era assolutamente atteso. Tasso di disoccupazione ai minimi storici avalla la possibilità che il paradigma della curva di Philips possa essere valida.
Sul tema inflazione, gli attuali bassi livelli non sembrano sostenibili ancora a lungo. La crescita invece è rivista a rialzo per il 2018 del 2,5%, quelle a lungo periodo restano invariate all’1,8%. Nel prossimo anno la Fed prevede altri 3 rialzi.
Concorda anche Antoine Lesn, responsabile strategia ETF per l'area EMEA di SPDR ETFs sulla mancanza di sorpresa circa i rialzi da parte della Yellen, parola chiave rimane l’inflazione In questo scenario, si stima uno scenario positivo per i movimenti sui tassi di interesse. Il recente incremento dei tassi di interesse a breve termine dovrebbe attenuarsi e potrebbe diminuire man mano che gli investitori si concentrano sui bond a breve termine, portando al ribasso i loro rendimenti e creando un certo irripidimento della curva dei rendimenti dei Treasury. Allo stesso tempo si attende l’insediamento di Powell per capire l’impatto della riforma fiscale.
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