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12/1/2017 | Greta Bisello
“Il fenomeno dell’investimento sociale responsabile ha raggiunto dimensioni sempre più rilevanti nel contesto finanziario globale, diventando una parte fondamentale del processo di asset allocation dei maggiori investitori istituzionali” si è espresso così Tommaso Corcos, ad di Eurizon e presidente di Assogestioni a margine dell’Itay Corporate Governace Conference in Borsa Italiana.
Basti considerare che nel corso dello scorso anno gli investimenti rispondenti ai criteri ESG hanno riguardato 22.900 miliardi di dollari, circa un terzo dei patrimoni gestiti professionalmente.
Corcos ricorda che dal 2007 in concomitanza della prima Shareholder Rights Directive e attraverso le regolamentazioni post-crisi per gli azionisti sono cresciuti i diritti e, di conseguenza, i poteri. La revisione della Shareholder Rights Directive negli Stati europei porterà agli investitori più diritti, ma anche maggiori responsabilità. “Oggi c’è sempre più consapevolezza che investire in modo “sostenibile” porta a migliori risultati di lungo periodo: dall’inizio degli anni ’70, infatti, sono stati pubblicati più di 2000 studi empirici sulla relazione tra criteri ESG e risultati finanziari delle aziende, la maggior parte dei quali ha dimostrato che esiste una correlazione positiva”.
Attraverso gli investimenti sostenibili è possibile ripensare il ruolo dei gestori che, a detta del presidente di Assogestioni, riuscirà in questo modo a influenzare positivamente l'intera società nella quale investe. Ciò rappresenta un’implementazione rispetto alla semplice allocazione, creando inoltre valore nel lungo periodo.
Applicato al concreto Corcos conclude: “Nell’ambito dell’attività di gestione per esempio in Eurizon, cerchiamo opportunità d’investimento che ci permettano di supportare lo sviluppo di società innovative che possano fare la differenza, puntando contemporaneamente a offrire buoni risultati nel lungo periodo per i nostri clienti. Il nostro prossimo obiettivo è passare al livello successivo migliorando gli standard di utilizzo dei criteri ESG sui mercati”.
I 17 Sustainable Development Goals (SDG) di qui al 2030 permettono di entrare in una fase di sviluppo sostenibile dove ogni organizzazione, indipendentemente da posizione geografica, settore o dimensione, opera secondo una responsabilità condivisa.
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