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UBP, Opec: proseguono i tagli al petrolio

11/29/2017 | Greta Bisello

Petrolio: il commento di Pierre Melki, Equity Analyst Global Equity Research, Energy & Utilities di Union Bancaire Privée UBP, sulla riunione dell'OPEC riguardo il prolungamento dei tagli alla produzione


L'Opec si riunisce e mette sul banco la proposta di prolungare di 6-9 mesi il taglio della produzione di petrolio.

Il prezzo è cresciuto da settembre del 24%, superando il massimo biennale di 60 dollari per il Brent. Le azioni del settore energetico seguite dall'indice MSCI Energy sono cresciute del 10% negli ultimi tre mesi sovraperformando l'indice MSCI World del 3,15%.

 

I rischi e le tensioni geopolitiche degli ultimi mesi, commenta Pierre Melki, Equity Analyst Global Equity Research, Energy & Utilities di Union Bancaire Privée  UBP, hanno contribuito a far si che il prezzo del petrolio salisse. Il movimento per l’indipendenza curdo potrebbe influire su  600.000 dei 4,4 milioni di barili che l'Iraq produce ogni giorno; in Venezuela invece  la crisi presidenziali che imperversa da mesi potrebbe pesare sulla produzione giornaliera di 1,8 milioni di barili, pari al 2% dell'approvvigionamento mondiale di greggio. O ancora in Medio Oriente, la faida saudita-qatariora in aggiunta alla situazione politica interna in Arabia Saudita potrebbe invalidare i tagli alla produzione operati dall’OPEC.

 

Si prevede che i tagli dovrebbero protrarsi fino alla fine del 2018, ma è improbabile che vengano annunciati dettagli sull'ammontare dei tagli. Anche se, secondo fonti vicine, la Russia vorrebbe che i tagli tengano conto dell’andamento del mercato petrolifero.

Nel frattempo negli Stati Uniti calano, di poco, le piattaforme dedicate all’estrazione di greggio da 759 di inizio settembre a 747, calano inoltre le giacenze di magazzino negli ultimi tre mesi di 17 milioni di barili (in un periodo dell’anno in cui, tradizionalmente, dato l’inverno il numero dovrebbe incrementare). Dati che testimoniano gli effetti lenti ma tangibili delle azioni dell’OPEC.

 

Il settore energetico reagisce positivamente agli attuali prezzi del petrolio risentendo anche del favorevole rapporto prezzo/EBITDA e prezzo/utile. UBP continua preferire gli europei integrati nonostante le recenti sovraperformance.

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