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11/13/2017 | Marcella Persola
Biotech fa rima con USA, almeno nella visione di Stefano Reali (nella foto), vice direttore Pharus Management SA e gestore del fondo Pharus SICAV – Biotech che ha indicato tra i paesi con il pollice in su proprio gli USA.
“Negli USA sono attive numerose società biotech caratterizzate da forti tassi di crescita. Le società americane sono più abituate a spendere in ricerca, infatti il 30% del fatturato di una società del settore è investito in R&D. Nonostante gli Stati Uniti siano più all’avanguardia dal punto di vista della ricerca sembra che l’attenzione sul settore stia arrivando anche in Europa. Gli investimenti in questi area si limitano ad un 10%”.
Lo scorso anno il fondo ha tratto vantaggi soprattutto dal successo dei nuovi trattamenti e dell’attività di M&A che hanno guidato le performance dell’anno. “Molte delle acquisizioni più rilevanti dell’anno hanno interessato alcune delle posizioni più importanti del nostro portafoglio. A gennaio Johnson & Johnson ha comunicato di aver siglato un accordo definitivo con Actelion (società svizzera impegnata sullo sviluppo di terapie per l’ipertensione polmonare arteriosa) per l’acquisizione di quest’ultima per un importo complessivo di 30 miliardi di dollari” ricorda Reali. “Negli ultimi giorni di agosto, il colosso Gilead Siciences ha annunciato l’acquisizione di Kite Pharma per circa 11,9 miliardi di dollari, entrambe presenti tra i nostri investimenti. Con l'acquisizione Gilead diventa, assieme a Juno e alla svizzera Novartis, il leader nel settore delle immuno-terapie personalizzate, testate per indicazioni oncologiche. Ultima cronologicamente, ma non per questo meno importante, è l’interesse di Novartis su Advanced Accelerator Applications SA, tra le nostre prime cinque posizioni prima dell’annuncio. La transazione è valutata 3.9 miliardi di dollari, questo rappresenterebbe il 47% di premio sopra la media dei prezzi degli ultimi 30 giorni di scambio sul mercato” continua Reali.
Ma non solo M&A, anche altri eventi sono stati generatori di performance “Tra i più importanti segnaliamo: Alnyam (Performance YTD: +245%), dopo il raggiungimento di tutti gli endpoint clinici nello studio di rifermentino sta pianificando la presentazione di una domanda di autorizzazione per un nuovo farmaco (negli USA) verso la fine del 2017; Esperion (Performance YTD: +290%), ha reso noto che la FDA ha avallato il suo programma di registrazione di Fase III, che dovrebbe tradursi nella pubblicazione di dati di Fase III nella prima metà del 2018; Vertex (Performance YTD: +105%), ) ha annunciato dati positivi di Fase I e II per vari regimi terapeutici in pazienti affetti da fibrosi cistica (FC)” sottolinea il gestore. Tra le maggiori esposizione, Reali cita tra le large cap “Gilead Sciences Inc., leader delle malattie infettive, e Regeneron Pharmaceuticals Inc., specializzata nello sviluppo di anticorpi monoclonali” mentre nelle middle “Incyte, Corp. specializzata in patologie di tipo ematologico, infiammatorio, nonché nella terapia dei tumori; Advanced Accelerator Application SA, società radio-farmaceutica nata come spin-off dei laboratori del CERN e specializzata nella Medicina Nucleare Molecolare”.
Essendo la strategia del portafoglio di tipo buy-and-hold, il tournover non è elevato. “Quando acquistiamo una società è perché crediamo nei fondamentali e nella bontà della pipeline quindi fintanto che questi non vengano disattesi manteniamo la posizione in portafoglio”.
E sul futuro l’esperto dice che “Nel breve periodo potremmo assistere a nuova volatilità legata alla politica dei prezzi dei farmaci” E anche il fattore Trump è da tenere in considerazione. “Sebbene la comunità finanziaria si sia ormai abituata ai tweet del presidente Trump, il futuro della sanità statunitense non appare prevedibile con precisione” conclude Reali.
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